LAGUNA SECA — Se Marquez è il nuovo Stoner perché non sognare una gara come nel 2008? «Ah magari, non sarebbe male! Il problema è che siamo tutti sicuri che Marquez andrà forte, il punto di domanda sono io». Il tempo passa, insomma, e non è mai una buona cosa. Cinque anni fa Valentino — quello su cui grava il punto di domanda—era una garanzia, anche se il campione del mondo in carica era l’australiano. Infatti Rossi inventò un sorpasso contro ogni logica e batté Stoner su tutta la linea. Nella gara, nella sfida psicologica e, a fine stagione, nel Mondiale. E quella domenica californiana divenne leggenda. Oggi il racconto si presenta un po’ più complicato. Marquez, impiegato un attimo per apprendere i segreti più profondi della Laguna, ha martellato tutti senza pietà da venerdì, gettando nello sconforto gli avversari. «Il favorito è lui», concordano tutti dopo aver visto il suo passo gara e le sue traiettorie. E allora solo una casualità sembra poter cambiare il corso già segnato della gara oggi. Per esempio, una svista per troppa confidenza come quella che è accaduta a 4 minuti dalla fine delle qualifiche: Marc, in quel momento in testa, ha perso il controllo della sua Honda ed è finito nella polvere. Errorino, ma decisivo, perché ne ha immediatamente approfittato Stefan Bradl con una tornata monstre. Risultato: pole (la sua prima in Moto- Gp) al tedesco, Marquez secondo a 17 millesimi. Tipo interessante Stefan: nel 2011 soffiò il titolo della Moto2 proprio a Marquez, il quale si rifece l’anno dopo. Il pareggio nella categoria inferiore non è continuato in top class, dove lo spagnomotogplo, predestinato sulla Honda ufficiale, è diventato subito un crac mentre il 23enne di Augsburg, sistematosi sulla affidabile Honda clienti del team di Lucio Cecchinello, finora è sempre rimasto a distanza di sicurezza dal podio. Ma la beffa non l’ha subita solo Marquez. Il finale di qualifica è stato negativo anche per Valentino che, con la prima fila già in tasca, si è visto passare sotto il naso Alvaro Bautista (3°). Quarto e in seconda fila assieme a Crutchlow e a Lorenzo (in graduale crescita), una fila avanti a Pedrosa (7° e senza grande confidenza), Rossi, se vorrà davvero mettere in scena un remake del 2008, dovrà così sciogliere in fretta alcuni nodi decisivi: 1. stare alla larga da Bautista, noto pericolo pubblico nelle prime curve; 2. non perdere il contatto con Marquez che, probabilmente, tenterà il fugone forte del suo ritmo gara; 3. addomesticare (se al box non sarà sopraggiunto un miracolo notturno) il problema tecnico maggiore della sua M1 in questi giorni: «Scivola troppo dopo qualche giro, la questione della seconda metà di gara è ancora da risolvere». Se tutto questo riuscirà, qualcosa di buono potrebbe venire fuori. Sarà molto dura, ma non lo sembrava anche quel sorpasso, quel giorno di 5 anni fa, contro quel ragazzo australiano che sembrava imbattibile?

La griglia di partenza
1. Bradl (Honda) 1’21’’176
2. Marquez (Honda) 1’21’’193
3. Bautista (Honda) 1’21’’373
4. Rossi (Yamaha) 1’21’’418
5. Crutchlow (Yam.) 1’21’’420
6. Lorenzo (Yamaha) 1’21’’453
7. Pedrosa (Honda) 1’21’’728
8. Dovizioso (Ducati) 1’22’’026
9. Smith (Yamaha) 1’22’075
10. Hayden (Ducati) 1’22’’090
Gp Stati Uniti.
Oggi, ore 23
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Superbike: Davide Giugliano, su Aprilia, ha conquistato la superpole a Mosca, nell’ottava tappa del Mondiale. La gara oggi
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