Come se non bastassero gli altri nodi che già scuotono la maggioranza, torna nel vivo anche la «riscrittura» della legge Fornero. In vista dell’incontro di oggi tra governo e parti sociali e dell’apertura del dibattito al Senato, sempre oggi, sugli oltre 500 emendamenti presentati al dl sul lavoro, l’atmo – sfera è già rovente. In un’intervista alla Stampa, il ministro del Welfare, Enrico Giovannini, ha annunciato di voler avviare una sperimentazione legata all’Expo sui contratti a termine allo scopo di introdurre maggiore flessibilità. L’ex presidente dell’Istat si è detto a favorevole a «privilegiare il più possibile i contratti flessibili buoni, quelli a termine, rispetto a quelli cattivi, come le false partite Iva», ma «non può essere un intervento di deroga generalizzata senza razionalità». Ma poi ha chiarito che si troverà una «soluzione equilibrata». E il sottosegretario Carlo dell’Aringa ha ribadito al Mattino che «nessuno deve mettersi in mente di riaprire la partita sulla riforma Fornero». Sul punto c’è già il muro contro muro di Pdl e Pd. Il primo guarda con favore alla sperimentazione, invocando però la massima flessibilità possibile per tre anni e chiedendo l’applicazione delle nuove regole per i contratti di servizi, turismo e agricoltura. Il secondo teme, invece, che l’Expo diventi un grimaldello per cancellare definitivamente la legge Fornero. Sul piede di guerra la Cgil, che ha subito messo le cose in chiaro per l’incon – tro di oggi. «Non si affrontano i temi della disoccupazione attraverso continue forme di flessibilità: siamo un Paese che ha un’altissima precarietà», ha puntato i piedi Susanna Camusso, aggiungendo che «l’Expo è un evento straordinario che c’è bisogno di regolare ma ciò che non è sopportabile è che si approfitti di questo per deregolamentare l’interno sistema ». Posizione su cui, seppure con toni diversi, c’è il sostegno anche di Cisl e Uil. Dall’altra parte Confindustria. Per il presidente Giorgio Squinzi «questo è un Paese che non può andare avanti sullo status quo: deve cambiare sciogliendo alcuni nodi perché se non acquistiamo competitività saremo condannati al declino ». E l’occasione dell’Expo, secondo Viale dell’Astronomia, è una di quelle dove il Paese dovrebbe mostrare la capacità di dare «un segnale di svolta».