Non ci potrebbe essere condanna peggiore per un brasiliano di un altro inverno milanese. Eppure sembra che Robinho dovrà aspettare ancora per tornare a giocare sulla spiaggia di Copacabana. La pena in questa caso, però, è doppia: per l’inte – ressato e per il Milan. Società e giocatore si schiantano di fronte alla retromarcia del Santos per il figlio prodigo: «Costa troppo, non ci interessa più». Non è che il club sudamericano sia a corto di soldi: tra l’affare Neymarele cessioni italiane di Felipe Anderson (Lazio) e Rafael (Napoli) di milioni –almeno 30, a sentire solo le voci ufficiali per il neoacquisto del Barça – ne sono arrivati a sufficienza. Ma in un periodo difficile dopo le proteste di piazza della Confederations Cup, si può tentare di ottenere un ulteriore sconto per uno degli “elefanti di ritorno” tanto di moda negli ultimi anni (Pato, Ronaldinho e prima ancora Juninho Pernambucano, Rivaldo). «Mi sarebbe piaciuto che ci fosse un accordo, il Milan ha abbassato le sue pretese e io non ho analizzato le proposte di altri club», il comunicato del brasiliano nella notte. Stipendio (3 milioni), diritti d’immagine al club e commissioniazzerate: ilbomber cresciuto nel Santos aveva accolto tutte le condizioni pur di tornare a casa, ma non è bastato. Così come il Milan, disposto ad accontentarsi di soli sei milioni se pagati in un’unica soluzione. C’è tempo però fino al 20 luglio – il mercato in Sudamerica è stato prolungato – per riaprire e concludere la trattativa dopo questa mano di bluff e controbluff. E magari per riportare in pista gli altri club, Flamengo e Fluminense, che si erano fatte avanti per l’attaccante rossonero. Altrimenti il Diavolo dovrà accontentarsi di un piccolo risparmio sull’ingaggio attuale da 4milioni di euro, dato che Robinho – in scadenzanel 2014–dovrà passare in via Turati per un rinnovo al ribasso. A preoccupare Galliani, che sperava di poter vivere un’estate più tranquilla di quella passata, è soprattutto l’effetto-domino. Lo stop per il brasiliano blocca infatti la trattativa per Ljajic.E di riflesso anche l’accordo dei viola con Ilicic, sostituto designato dell’attaccante serbo. Ma il caso- Robinho è anche la punta dell’iceberg chiamato “cessioni” che rischia di far naufragare la campagna estiva rossonera.Con 34 giocatori in rosa da ridurre a 25-26, c’è molto da lavorare per piazzare i giovani (Strasser, Oduamadi, Beretta) e liberarsi dei rincalzi: partito Taiwo (Bursaspor), in difesa bisogna liberarsi di Didac Vila (ma l’accordo col Betis è lontano) e Zaccardo, desideroso di tornare in provincia per giocare. Un po’ come Emanuelson, già bocciato a gennaio: Allegri potrebbe rivalutarlo per la sua duttilità, ma in caso di offerta partirebbe subito. Nessuna novità infine per Nocerino – Napoli tace, mentre il ragazzomugugna per un’altra stagione in prospettiva da panchinaro – e Boateng:è il ghanese il pezzo pregiato che può portare a un rinforzo importante. Quindici milioni la prima richiesta per il «Prince», già scontata a dieci: il Chelsea è lontano, la speranza è la Turchia (Fenerbahçe o un ritorno del Galatasaray). Affari da chiudere per non doversi ritrovare costretti a mettere di nuovo sul mercato il «Faraone» El Shaarawy: quella sì che sarebbe una tragedia.