Per capire se sarà davvero una rivoluzione nei consumi del calcio in tv è ancora presto.

Però la sentenza di ieri della Corte di giustizia europea apre nuovi scenari.

La novità è nella delibera che stabilisce come il principio su cui si è fondato finora tutto il sistema di vendita dei diritti sportivi è «contrario al diritto della concorrenza» nell’Unione Europea. La sentenza dunque ha detto «no» ai limiti territoriali per la trasmissione delle partite di calcio. La Corte ha infatti respinto il ricorso della Premier League inglese verso i pub che usano schede greche o di altri Paesi per la trasmissione di partite.

È stato «Karen contro Golia»: la decisione ha origine dalla battaglia intrapresa da Karen Murphy, titolare di un piccolo pub di Portsmouth che ha così vinto contro i colossi della Premier League. Proprietaria del The Red White and Blue di Portsmouth, Karen Murphy sei anni fa era stata multata di 8.000 sterline per aver usato un decoder greco per trasmettere le partite della Premier League (con commento in greco) evitando così di pagare le cifre esorbitanti per l’abbonamento a Sky, titolare dei diritti sul campionato inglese. Per i suoi clienti commerciali, Sky inglese calcola l’ammontare dell’abbonamento mensile in base alla metratura del locale: il Red White and Blue avrebbe dovuto sborsare 700 sterline al mese contro le 800 all’anno pagate dalla Murphy per la scheda greca.

Questa sentenza pone fine anche al «contrabbando» delle schede tra appassionati di calcio: i privati infatti hanno diritto a comprare l’abbonamento di una qualunque emittente satellitare indipendentemente dal loro luogo di residenza in Europa e quindi a utilizzare le loro schede ovunque nei 27 Paesi della Ue, cosa che fino a ieri era illegale.

«Questa sentenza riguarda alcuni aspetti della vendita di diritti televisivi da parte di organizzazioni come la Premier League — ha detto un portavoce di Sky Italia —. Avrà implicazioni su come queste organizzazioni struttureranno la vendita di questi diritti in Europa in futuro, implicazioni che come operatore tv stiamo analizzando con attenzione». Infatti a una prima analisi c’è chi sottolinea che il rischio è che la Lega italiana non possa più vendere i diritti all’estero che riguardano le piattaforme satellitari. Il presidente dalla Lazio Lotito prende tempo: «Stanno tutti sopra l’osso dei diritti tv. Approfondiremo la portata giuridica della sentenza».