La Apple ha un nuovo nemico? Da ieri c’è qualcuno che lo pensa. Jeff Bezos, il vulcanico fondatore di Amazon, non è una mente da sottovalutare. Ieri ha presentato a New York, oltre agli aggiornamenti dei classici ereader Kindle, il primo tablet della casa, il Fire disponibile dal 15 novembre negli Usa (per gli altri Paesi e l’Italia non si conosce la data). È un cambio di strategia epocale per Amazon che entra in un settore con grandi prospettive di crescita — al netto di una possibile recessione. IDG Research prevede che nel 2011 le vendite mondiali di questi nuovi apparecchi mobili che stanno soppiantando il vecchio concetto di computer portatile arrivino a 45 milioni. Il numero è visto in crescita ogni anno fino ad arrivare ai 130 milioni nel 2015. Ma anche se i consumi dovessero rallentare Bezos avrebbe una carta a proprio vantaggio: i 199 dollari, pari a 146 euro, un prezzo di vendita pari a meno della metà dell’iPad più economico (499 dollari) anche se il Fire non è 3G ma solo wifi e non ha videocamere proprio come il primo iPad.

A Wall Street gli Apple-appassionati non sembrano preoccupati dall’arrivo di un altro tablet (l’ennesimo) per lo più low cost. Il titolo della «mela morsicata» ieri viaggiava sempre vicino ai 400 dollari per una capitalizzazione complessiva pari a 369,95 miliardi, più del doppio di Google tanto per dire. Eppure lo sbarco di Amazon è diverso da quello degli altri produttori che si stanno cimentando nella guerra dei tablet, come la coreana Samsung con il Galaxy o la canadese Rim (BlackBerry). Il vero asso di Bezos che comunque ha puntato su un formato tascabile da 7 pollici si chiama «contenuto»: 17 milioni tra applicazioni, libri, magazine e canzoni già scarcabili attraverso il canale interno e 100 mila film in streaming. Una dote non indifferente. «La ragione per cui le aziende che hanno già fatto un tablet non hanno avuto successo — ha sentenziato ieri Bezos — è che hanno fatto solo un tablet. Non dei servizi come noi». Amazon è già, di fatto, una grande community digitale. Il marchio è il principale canale di ecommerce del mondo. La gente si fida anche perché il management è noto per essere a dir poco maniacale e fedele a un vecchio motto del mondo offline: il cliente è sacro.

Certo, integrare hardware e mercato non è scontato, anche perché Bezos non ha ripetuto l’errore delle molte aziende nate nell’era pre touch che in questi anni hanno tentato di adattare i software già esistenti alla nuova esperienza di fruizione con le dita che sta rivoluzionando le industrie delle news e dell’editoria: optando per il software Android di Google ha aperto le porte a un nemico in casa. L’azienda di Mountain View non fa certo beneficenza e quando si accetta Android si firma un contratto che impone delle regole precise. Tra queste c’è la presenza dell’Android Market, il mercato delle applicazioni open source con cui Google ha interrotto il monopolio della Apple e dell’accoppiata vincente App Store-iTunes.

Dunque sul Fire si potrà scegliere di entrare nell’ambiente Google o in quello di Amazon. Una differenza non da poco conto visto che con quel clic si decide dove vanno le nostre carte di credito o i proventi della pubblicità. Bezos, evidentemente, punta sulla fidelizzazione.

Solo 24 ore prima, secondo un report di Jp Morgan, Apple aveva tagliato del 25% gli ordini di iPad 2 dai propri fornitori asiatici. Bezos punta di sicuro a occupare questo spazio. E pensare che è l’unica grande azienda del web (la Microsoft, anche se sembra incredibile, è nata nell’era pre Internet) che non ha nulla a che vedere con la Silicon Valley. Il quartier generale è a Seattle. Il nemico potrebbe venire da lontano.