La vittoria del cuore, ma anche della qualità e della programmazione. Perché non si arriva due volte consecutive in finale scudetto Primavera senza queste basi. È la vittoria di mister Alberto Bollini, che bissa lo scudetto 2001 vinto sempre con la Lazio travolgendo l’Atalanta di Bonacina, per lunghi tratti la miglior squadra del campionato, con un netto 30. È la vittoria di Danilo Cataldi, splendido centrocampista moderno, di qualità e quantità, autore di una doppietta e vincitore anche del premio dedicato a Pier Mario Morosini come miglior calciatore della fase finale. È la vittoria di tutta la Lazio e quindi del presidente Claudio Lotito, che festeggia una stagione straordinaria: la Coppa Italia nel derby contro la Roma, lo scudetto Primavera e la promozione in Prima divisione della Salernitana, altra sua creatura. La Lazio alza al cielo di Gubbio il suo quinto scudetto della storia, esattamente un anno dopo il k.o. nella finale con l’Inter. La chiave Bollini perde l’Under 18 Crecco, fermato da un virus, così disegna un 4312 con Vivacqua che agisce da trequartista e finto centravanti allo stesso tempo. Keita e Tounkara partono larghissimi per aprire la difesa a tre dell’Atalanta e sfruttare la profondità alle spalle degli esterni Conti e Nava, letali nelle prime due uscite nerazzurre in questa fase finale. Ma non è soltanto l’aspetto tattico la chiave del successo biancoceleste, ma soprattutto la straordinaria prova dei suoi fuoriclasse. Cataldi, Keita e Tounkara sono per lunghi tratti immarcabili e spaccano la partita con i loro strappi. Bastano sette minuti a Keita per mandare in tilt la difesa nerazzurra e conquistare una punizione dal limite. Cataldi calcia da fermo a giro sul palo del portiere, la palla finisce all’incrocio. Una meraviglia balistica che dà il primo scossone alla gara. L’Atalanta non riesce a reagire e soffre gli affondi in velocità di Tounkara, che a pochi minuti dall’intervallo serve a Keita la palla più dolce per il raddoppio, calciata incredibilmente alta. Rivincita Quando a inizio ripresa Cais fallisce la più facile delle occasioni, capisce che non è serata per l’Atalanta. Proprio lui, che aveva sbloccato le prime due gare contro Fiorentina e Milan al primo pallone giocato. Così è la Lazio a chiudere il match, ancora con Cataldi, che si fa trovare pronto al tapin vincente dopo un’impressionante progressione di Tounkara sulla destra. Ed è lo stesso Tounkara poi a far partire la festa biancoceleste al 29’. Assist dell’amico Keita e anticipo fulmineo su Zanotti. Per l’Atalanta è notte fonda: stavolta Palma non è riuscito a imporre la sua leadership, e Varano non ha illuminato come al solito con la sua qualità, non trovando mai il guizzo buono. Per la Lazio è il modo più dolce per cancellare l’amarezza dello scorso anno. Il tempo spesso è galantuomo.