Chi ha avuto modo d’incontrare il padre Bergoglio quando era arcivescovo di Buenos Aires sa che al momento di congedarsi era solito chiedere preghiere per se stesso: «E ricordati di pregare per me, prega per me». Lo chiedeva anche a chi era lontano dalla fede, lasciando a volte sorpresi gli interlocutori. Di questo suo gesto si poteva percepire subito l’autenticità e quanto le sue parole non fossero solo predicate ma intimamente vissute, lasciando viva in ciascuno una chiara impressione: che la sua presenza è di quelle che annunziano una alterità e la fanno amare. E questo è il fascino che lo rende vicino, prossimo anche ai lontani, ai non credenti. Papa Bergoglio non è stato a stretto contatto solo con le periferie sociali dalle quali proviene. Ha conosciuto da vicino anche le periferie dell’anima. Ha esercitato a lungo il ministero della confessione. In particolare nei santuari mariani della regione di Buenos Aires. Ci ha raccontato: «I santuari mariani sono un po’ dei porti di mare delle anime, di questa nostra umanità esiliata, smarrita, dolente, ferita e umiliata dal male». Una volta disse: «A volte entro in chiesa, vado davanti al Crocifisso, davanti alla Madonna e non dico niente, mi lascio guardare…». Fin dall’inizio del suo pontificato Papa Francesco si è rivolto nei confronti della Madre di Dio con gesti di delicatezza e profondità di parole, ricercando in lei la fonte della tenerezza verso Dio e verso gli uomini. Nell’omelia in una parrocchia della periferia di Roma ha detto: «È bello pensare questo della Madonna, della nostra Madre, che va in fretta, perché ha questo dentro: aiutare. Va per aiutare, non per vantarsi. È la nostra Madre, che viene in fretta quando noi abbiamo bisogno. Sarebbe bello aggiungere alle Litanie della Madonna una che dica così: “Signora che vai in fretta, prega per noi!”. Questo ci dà la sicurezza di avere la Mamma sempre accanto». Non si può comprendere dunque a fondo la tenerezza e la misericordia che caratterizzano la fisionomia del magistero di Papa Francesco senza cogliere l’immanenza della Madre di Dio nella sua vita. E senza tener presente anche il titolo particolare con il quale egli spesso ama venerarla e invocarla: “Colei che scioglie i nodi”. Chi, infatti, ha avuto modo di avvicinare e stabilire una relazione amicale con Bergoglio conosce la sua consuetudine di accompagnare anche due righe di saluti con la riproduzione di un’antica immagine della Vergine venerata in Baviera e chiamata “Colei che scioglie i nodi”. È questa una speciale de vozione mariana, poco conosciuta in Europa, ma largamente estesa oggi nel Sud America, specie in Argentina, grazie proprio alia promozione e alla diffusione del culto operate da padre Bergoglio. E i nodi di cui si parla sono le difficoltà materiali e spirituali, come i litigi familiari, l’incomprensione tra genitori e figli, le malattie, la droga, il divorzio. La venerazione della “Vergine che scioglie i nodi” ha origine da un’immagine votiva bavarese risalente al 1700 e ora conservata come pala d’altare in una cappella della chiesa romanica di San Peter in Perlach, tenuta dai gesuiti nel cuore della città di Augsburg, in Baviera. Ed è lì che negli anni 80, durante i suoi soggiorni di studio a Ingolstadt, Bergoglio la scoprì. Tornato in Argentina, iniziò a divulgarne la conoscenza, incontrando grande rispondenza nel popolo, e una volta divenuto vescovo ausiliare di Buenos Aires si adoperò affinché all’effigie delia Vergine scioglitrice dei nodi venisse dedicato un santuario. Un’artista locale dipinse una riproduzione del quadro bavarese e l’8 dicembre 1996, nella chiesa di San josè del Talar, Nostra Señora la que Desata los Nudos venne intronizzata alla presenza di migliaia di fedeli. Come arcivescovo, Bergoglio ne consolidò il culto continuando a inaugurare cappelle in suo onore e a servirsi dell’effigie anche come “biglietto da visita”, scrivendo a vicini e lontani. Chi guarda per la prima volta il dipinto resta sorpreso: non presenta, infatti, la consueta immagine della Madonna con il Bambino, bensì la Vergine Immacolata nel suo stato di Assunta in Cielo che schiaccia la testa del serpente mentre è intenta a sciogliere con le sue mani nodi da un nastro sorretto da due angeli. Posto al suo fianco, uno dei due angeli porge alla Madonna il nastro aggrovigliato di nodi piccoli e grandi. Dall’altro lato il nastro, in cui si rispecchiano la luce della misericordia e della salvezza divina, scivola ormai liscio nelle mani dell’angelo che lo mostra con uno sguardo eloquente al fedele la cui preghiera è stata ascoltata, il cui nodo è stato sciolto per l’intercessione di Maria. Il dipinto, come ex voto, intendeva evocare la grazia ricevuta dal committente per la ricomposizione del suo matrimonio (secondo l’usanza del tempo il nastro indicava l’unione coniugale). L’immagine e il gesto di Maria sono tuttavia carichi di significati allegorici più ampi, sottolineati da Bergoglio, che rimanda alle parole di Ireneo di Lione riportate nella Costituzione dogmatica conciliare sulla Chiesa Lumen Gentium: «Volle, il Padre delle misericordie, che l’accettazione della predestinata Madre precedesse l’incarnazione, perché così, come una donna aveva contribuito a dare la morte, una donna contribuisse a dare la vita… “Il nodo della disobbedienza di Èva ha avuto la sua soluzione con l’obbedienza di Maria; ciò che Èva legò con la sua incredulità, la Vergine Maria sciolse con la fede”». Maria, dunque, era ed è presente in ogni tempo come scioglitrice dei nodi della colpa e dei mali. «Tutti», ha spiegato più volte il Papa, «abbiamo nodi nel cuore, teniamo mancanze e attraversiamo difficoltà. Il nostro Padre buono, che di stribuisce la grazia a tutti i suoi figli, vuole che noi ci fidiamo di Lei, che le affidiamo i nodi dei nostri mali, i grovigli delle nostre miserie che ci impediscono di unirci a Dio, affinché Lei li sciolga e ci avvicini a suo figlio Gesù. Questo è il significato di questa immagine». Come è detto anche nella preghiera a “Maria che scioglie i nodi” (vedi box a pagina 24): «Intercedendo insieme a tuo Figlio per le nostre difficoltà, con tutta semplicità e pazienza ci desti un esempio di come dipanare la matassa delle nostre vite». Non pochi fedeli adesso hanno proposto di pregare la “Vergine che scioglie i nodi” per Papa Francesco, affinché lo sostenga con la sua materna sollecitudine nel compito che gli è stato affidato.