Come ci si sente a pubblicare con un editore delinquente? Se i miei libri venissero pubblicati dalle Edizioni Totò Riina, anziché dalla Marsilio di quel signore che risponde al nome di Cesare De Michelis, qualche turbamento ce l’avrei. Invece a Beppe Grillo il pelononabbonda soltanto sulla faccia, abbonda pure sullo stomaco, e nonostante consideri Berlusconi meritevole di andare in galera non ha problemi ad affidare il suo pensiero e la sua immagine alla Sperling & Kupfer, casa editrice del gruppo Mondadori quindi del Cavaliere quindi di una persona secondo lui colpevole di gravi crimini. Chiaramente non sto chiedendo che Grillo rinneghi la Sperling, casa editrice degnissima e che vedo di particolare buonocchio perché nel millennio scorso mi permise di esordire attraverso il marchio Frassinelli. Per quanto mi riguarda, il più comico dei politici italiani può pubblicare con chi gli pareepiace. Vorrei soltanto che questa contraddittoria vicenda lo inducesse a una maggiore tolleranza: sperando che conosca la parola e il suo valore. Non credo che a Marina Berlusconi, presidentessa del gruppo di Segrate e perciò signora del catalogo Sperling, piaccia molto sentir definire suo padre “nano”come fa Grillo da anni. Nell’ultimo recentissimo comizio di Ancona lo ha fatto più volte, ossessivamente, e ha dato fastidio anche a me che di Berlusconi non sono né figlio né nipote, né cugino né amico. Trovo spregevole che per attaccare un uomo si usi l’appiglio della statura, o di qualsiasi altra caratteristica dipendente non da scelte personali ma da fattori genetici e famigliari (quindi trovo spregevole Travaglio, più scadente del già scadente suo solito, quando per ridicolizzare gli avversari ne storpia i cognomi). Ciò nonostante la figlia del Cavaliere non ha messo veti a Tsunami Grillo. La rivoluzione è appena cominciata, libro + dvd. Scegliete voi come definire una simile condotta: chiamatela libertà di impresa, chiamatela libertà di espressione, chiamatela come volete, basta che la chiamiate libertà. Merce rara di questi tempi in cui tutti i presidenti possibili e immaginabili (Camera,Senato, Repubblica, Consiglio dei Ministri…) non fanno altro che auspicare censure e autocensure. Tornando a Tsunami Grillo: chi la vuole se la compra, l’agiografia scritta e filmata del fondatore del Movimento Cinque Stelle, chi non la vuole la lascia lì sul bancone. E non si può certo dire che la mondadoriana Sperling l’abbia stampata per non venderla, sentite un po’ qui con quali parole entusiaste la promuove: «Settantasette città, quaranta giorni, una campagna elettorale on the road, in mezzo alla gente, lungo tutto lo Stivale. Più di un milione di persone nelle piazze, più di otto milioni di voti nelle urne. Un solo grande protagonista: Beppe Grillo». Non sembra un risvolto, non sembra neanche un comunicato, sembra piuttosto un monumento celebrativo quello confezionato dall’ufficio stampa berlusconiano messosi al servizio del grande nemico: «Lo tsunami del MoVimento 5 Stelle, che ha travolto la politica italiana, ora raccontato in un film esclusivo di oltre un’ora e accompagnato da un libro di 64 pagine ». Lasciando perdere il libro, che non è certo il primo né l’ultimo relativo al personaggio, mi ha colpito il film esclusivo. Possibile che il Beppe nazionale, con tutti gli editori che gli stanno facendo la corte, abbia scelto di distribuire il film della sua vita politica proprio attraverso colui che continuamente (anche ieri sul blog) definisce «condannato per evasione, amico di mafiosi, piduista»? Delle due l’una: o Grillo non crede a quello che dice, o non dice che a lui, in fondo in fondo, i fuorilegge piacciono.