MILANO. Un’altra partita con 15 indisponibili, 15 come il numero di sconfitte che né Andrea Stramaccioni né tanto meno il presidente Massimo Moratti vorrebbero vedere aumentare. Ma il rischio è forte per le motivazioni di Genoa e Udinese (avversaria dell’ultima giornata). Quindi avanti un po’ così, col rischio di stabilire il nuovo record di ko in una stagione, un’annata che l’Inter non dovrà assolutamente più ripetere.
FIGURA CHIAVE Sono stati fatti tanti errori, presidente e tecnico ne hanno parlato faccia a faccia venerdì in Saras e Stramaccioni è uscito dall’incontro con la consapevolezza di poter andare avanti col suo progetto e l’appoggio di chi un anno fa decise di puntare su di lui. Poi però Stramaccioni è stato lasciato solo dalla società, come se il 36enne tecnico romano avesse alle spalle l’esperienza navigata di gente come Mancini , Mourinho (che avevano comunque al loro fianco un certo Oriali ), Leonardo , Benitez o Ranieri , che gli permettesse di superare indenne tutte le difficoltà trovate lunga la strada. Per questo motivo il primo punto della prossima tappa del progetto Inter sarà l’inserimento di un uomo forte, una sorta di tutor per Stramaccioni, ma anche un personaggio in grado di saper mettere la faccia con autorevolezza. Non è un mistero che Moratti caldeggi da tempo il ritorno di Leonardo.
PURE FIGO E TOLDO Il brasiliano non sta vivendo un bel momento in Francia e venerdì è stato pizzicato a parlare al campo di allenamento del Psg col boss Nasser Al Khelaifi . Moratti riprenderebbe di corsa Leo, ma il problema in questo caso potrebbe essere economico, visto l’alto ingaggio che il brasiliano percepisce a Parigi. Ecco perché, nonostante i continui contatti, il presidente nerazzurro si sta guardando ancora attorno e proprio venerdì abbia garantito a Stramaccioni che all’inizio della prossima stagione avrà comunque al suo fianco una persona importante. Ma se non sarà Leonardo, chi? Scartata per il momento la posizione diZanetti (il capitano tornerà ancora nelle vesti di giocatore), viene tenuto in considerazione Luis Figo , già uomo immagine dell’Inter in Europa, non viene dimenticato Francesco Toldo (si occupa di Inter Campus), ma attenzione a Yuri Djorkaeff . Il francese (39 gol in 127 presenze fra il 1996 e il 1999) dopo il ritiro agonistico è rimasto a vivere a New York, dove ha chiuso la carriera.
Moratti lo ha sentito già in un paio di occasioni, ma finora Djorkaeff ha nicchiato, rispondendo «no, grazie» e preferendo la sua tranquilla pensione da yankee. Ma il pourparler di qualche mese fa, dovesse tramutarsi in un’offerta concreta, potrebbe anche far traballare Djorkaeff, rimasto legatissimo all’ambiente nerazzurro.
LUCAS E KONKO Fra l’altro l’ipotesi Leonardo è accompagnata da diversi nomi di mercato. In particolare alcuni giocatori che potrebbe lasciare il Psg in caso di addio del due Leo- Ancelotti . Si è parlato spesso di Menez , ideale per il 4-3-3 che ha in testa Stramaccioni, del terzino destro Van der Wiel (a tal proposito, l’Inter ha fatto un sondaggio pure per il laziale Konko ricevendo però un iniziale no daLotito ), ma attenzione anche a Lucas Moura. Già, l’ala brasiliana che proprio il Psg strappò all’Inter l’estate scorsa per 40 milioni. Lucas non si è ambientato benissimo e avrebbe mandato dei segnali ai nerazzurri che però potrebbero pensare a lui solo con un prestito.
DECIDE MORATTI E Stramaccioni? Ieri il tecnico è apparso sereno: «Venerdì abbiamo analizzando la situazione con sincerità e umiltà. Ci sono cose non andate bene e che non andranno ripetute e altre invece da dove bisogna ripartire. La cosa più importante è fare i passi giusti, nella direzione giusta per sviluppare quello che di buono avevamo seminato e non ripetere errori che abbiamo commesso, fermo restando che ci sono stati degli eventi, oggettivi e incredibili, che hanno condizionato tutto il lavoro. Mandare tutto il progetto tecnico all’aria sarebbe un errore e non penso che il presidente voglia questo. Io ho messo sul tavolo la situazione e poi valuterà lui. Conta l’Inter e l’Inter è Moratti: se dovesse decidere di mandarmi via, lo ringrazierò perché io sono un allenatore suo. Le critiche per il gioco della squadra mi fanno male perché in dodici anni di carriera nelle giovanili ho sempre dato un’impronta tattica precisa e l’anno prossimo ce l’avremo sicuramente. Se Moratti pensa che sia io a portare sfiga? Magari io ne ho individuati altri e chi non vedrete più l’anno prossimo…».