Al grido: «Non è che in Parlamento si può andare in mutande», è scoppiata la grana del taglio degli stipendi nel M5s. E così il detto pecunia non olet vale anche per i fustigatori della Casta. Insomma, non bastasse il caso del senatore neo espulso, Marino Mastrangeli, nel gruppo dei pentastellati è scoppiata la polemica sui soldi. Argomento sul quale le posizioni sono tutt’altro che definite. Infatti, in campagna elettorale, il ritornello di Beppe Grillo e del guruGianroberto Casaleggio, è sempre stato quello della rinuncia ai rimborsi elettorali e, soprattutto, del taglio drastico degli stipendi dei parlamentari. Ma, a oltre due mesi dall’inizio della legislatura, non è ancora chiaro come il gruppo intende procedere e di quanto si vuole sforbiciare. «Abbiamo un team di commercialisti che ci sta aiutando perché dobbiamo capire come risolvere il problema della tassazione », è stata la scusa, finora. L’idea, comunque, è di tenere solo 5mila euro d’indennità, non di più. Ieri Grillo, ha inviato una mail ai suoi parlamentari per sollecitarli a trovare una soluzione univoca. La proposta dei due leader del M5S è di restituire la parte eccedente a 5mila euro lordi dell’indennità e destinarla di mese in mese a associazioni di volontariato no profit da individuare con il voto della rete tra gli iscritti. Quanto ai rimborsi, ci saranno solo per le spese effettivamente sostenute e rendicontate. La differenza andrà al fondo di solidarietà. Non esiste, però, un tetto definito per le spese rimborsabili e poi ci sono su le tasse da pagare. Punto sul quale stanno discutendo i grillini. Quanto alla quota eccedente, i deputati si sono portati avanti con il lavororispetto ai senatori. Alla Camera, infatti, è stata chiesta l’istituzione di un fondo apposito nel quale destinare la parte di stipendio oltre 5mila euro e le indennità non documentate. Fra i grillini il dibattito è teso. Tanti non ci stanno. Non è questo, dicono, che prevede il regolamento e non si possono cambiare le regole in corso. Un sondaggio sarebbe stato aperto sul forum dei parlamentari e un’assemblea sulla questione compensi si terrà la prossima settimana, anche se pare che ci sia già chi ha fatto sapere che, qualunque sarà la decisione, è orientato ad agire secondo coscienza. Le posizioni sono diversificate anche in merito alla rendicontazione: si va dal trattenere tutta la cifra prevista per i parlamentari, perché chi ha famiglia e viaggia, pagando magari due affitti, con 2500 euro proprio non ce la può fare, a chi propende per lasciare alla libera volontà del singolo la decisione di quanto trattenere edi quanto e a chi devolvere.Mac’è anche chi osserva di essere in aspettativa dal proprio posto di lavoro e molti pensano di versare contributi volontari da destinare alla pensione. Non manca anche chi osserva che in ogni caso si era stabilito di prendersi tre mesi di tempo per una riflessione. E nel Pdl c’è chi, come il senatore Lucio Malan, chiede che anche Grillo e Casaleggio dichiarino reddito e patrimonio. «Ho depositato un ddl su questo », fa sapere Malan, «visto che Grillo ha partecipato alle consultazioni ed è un leader di partito, come gli altri»