L’Inter torna a vincere a San Siro, in campionato, dopo oltre due mesi dall’ultima volta. Era il 10 febbraio e la squadra di Andrea Stramaccioni si impose per 3-1 contro il Chievo. Allora in campo c’erano Nagatomo , Cambiasso , Stankovic , Gargano , ma soprattutto Palacio , Cassano e addirittura Milito , all’ultimo gol prima del durissimo ko . Ieri l’Inter è riuscita a vincere contro il Parma (mediamente più pericoloso, ma poco “cattivo”) con in campo Jonathan , Pereira , Schelotto , Kuzmanovic , Alvarez e Rocchi . Insomma, senza voler mancare di rispetto, ben altri giocatori rispetto a quelli
Torna a vincere in casa dopo due mesi e “accontenta” Moratti

che a febbraio facevano ancora illudere sulla possibilità di centrare il terzo posto. Adesso l’Inter non insegue più la Champions League, ma una più modesta Europa League che grazie ai risultati di Roma e Lazio è tornata a essere obiettivo alla portata. Finisse oggi il campionato, l’Inter sarebbe qualificata e, proprio come l’anno scorso, costretta a giocare un paio di preliminari che renderebbero ancora complessa la preparazione estiva. Ma dall’Europa non si prescinde, come ha dichiarato lo stesso Stramaccioni sabato e ribadito con forza ieri pomeriggio da Massimo Moratti : «Un problema l’Europa League? Non è detto che le stagioni si ripetano – ha spiegato il presidente a Sky nel pre-partita – Non andare vuol dire continuare a perdere e spero invece che ci sia la possibilità di ottenere qualsiasi cosa ci sia in palio».
FIDUCIA IN STRAMA Moratti che, prima di recarsi negli spogliatoi e incitare la squadra («il presidente è venuto per dirci le ultime parole e darci la carica, è stato straordinario», il racconto di Stramaccioni), ha confermato nuovamente la propria fiducia al tecnico romano, l’ultimo dei colpevoli – almeno pubblicamente – per l’esito di questa stagione secondo il numero uno nerazzurro: «Se Stramaccioni sarebbe rimasto in panchina anche col Moratti di qualche anno fa? Credo di sì, perché è una questione di rapporti e fiducia, e anche di capire com’è la situazione – ha sottolineato il presidente – Alcune volte ci sono dei problemi legati solo al tecnico e altre no, quindi sarebbe un’ingiustizia». Frase che fa nuovamente un riferimento alle componenti extra tecnico e giocatori, ovvero dirigenti (per un mercato a volte non soddisfacente, come evidenziato anche dalla curva) e staff medico e atletico (per i numerosi infortuni che hanno costretto i giocatori nerazzurri a oltre 2.100 giorni di assenza, con uno “spreco”
L’Inter rivede almeno l’Europa. Il tecnico: «Difenderò i giocatori fino alla morte». Il patron: «I problemi non sono legati a lui, ingiusto non confermarlo»
di 21 milioni di ingaggi). Moratti sembra davvero deciso a rivoltare l’Inter a fine campionato e, se non ci saranno clamorosi tracolli – evento comunque plausibile visti i 12 indisponibili e un calendario non proprio agevole (Palermo, Napoli e Genoa in trasferta; Lazio e Udinese a San Siro) – andrà avanti col giovane Stramaccioni, una sua scelta di tredici mesi fa a cui non pare voler rinunciare.
MANDATO UN SEGNALE Detto di Moratti (che ha anche aggiunto una postilla polemica sulla rinata Gea World: «Adesso non è il momento di parlarne; non entusiasma l’idea, certo, ma è un’altra cosa»), ecco il pensiero di uno Stramaccioni che potrà finalmente vivere una settimana più serena… infortuni permettendo: «Credo che in questo momento non abbia tanto valore guardare la classifica. L’Inter che è andata in campo oggi aveva solo un compito: mettere tutto in campo e cercare di vincere. Penso che i ragazzi l’abbiano fatto, mandando un segnale a tutti, a partire dal presidente che ci è davvero molto vicino. Io penso che più di così non potevamo fare e i tifosi lo hanno capito: i giocatori non stanno mollando, li difenderò fino alla morte. Però, ripeto, lascerei perdere tabelle e tabelline: dobbiamo dare il meglio partita per partita, sperando di recuperare giocatori e non perderne più altri». Stramaccioni ha elogiato Jonathan («guardate come sta giocando ora»), il deludente e fischiato Schelotto («ha giocato con un taglio sulla tibia dopo il colpo di Benalouane e qualsiasi altro giocatore all’intervallo sarebbe uscito: ha sbagliato qualche pallone di troppo, ma è rimasto in campo e questo è lo spirito giusto»), ma soprattutto il faro Kovacic : «Abbiamo due grandi fortune: abbiamo preso un talento incredibile che ha soli 18 anni e poi è un ragazzo d’oro. Non voglio mettergli pressione, ma Mateo farà la storia di questo club». E per concludere una velata punzecchiatura al mercato di gennaio: « Rocchi , arrivato a zero euro, era una quinta punta perfetta. Poi ho perso tre giocatori per infortuni e anche Livaja (che Stramaccioni avrebbe tenuto con sé, ndr). Adesso Tommaso deve giocare sempre e non era questa l’idea di gennaio. Comunque ora ce lo teniamo stretto, anche perché…». Sorriso e sipario.