Bisogna aver almeno 20 anni o aver spippolato parecchio su YouTube per emozionarsi davanti a Luis Nazario da Lima, detto Ronaldo e conosciuto sui campi di calcio come il “Fenomeno”. Il fisico non è esattamente da vestito slim fit, ma l’ex attaccante è visibilmente dimagrito (per farlo ha pure partecipato a un reality show in Brasile) e molto dievertito dal suo blitz torinese. Juventus Center a Vinovo in mattinata, Juventus Stadium e Museum al pomeriggio: nella sua full immersion juventina, Ronaldo non si è fatto mancare niente e arriva
a Tuttosport con gli occhi pieni di bianconero. «Che bello il Museum! Ogni squadra dovrebbe averne uno. Con i nuovi stadi che stanno costruendo per i mondiali ci sarà qualcosa di simile anche in Brasile. Questo è il futuro e la Juventus, da quello che ho visto oggi, è una squadra che è già nel futuro».
Cosa l’ha colpita di più del museo juventino?
«La sala dei trofei è di notevole impatto e certe maglie mi hanno emozionato, ma devo dire che l’ultima stanza, quella in cui sembra di scendere in campo dentro uno stadio pieno, fa davvero effetto! Diciamo che l’emozione di un vero pubblico e veri spalti non si può comparare a nulla, ma quella stanza rende abbastanza l’idea di cosa si sente e si vede».
Impressioni dello Stadium?
«Impianto moderno e bellissimo. Ma uno stadio va visto pieno e me lo godrò del tutto domani sera (questa sera per chi legge, ndr ): vado a vedere Juventus-Milan».
Per chi tiferà?
«Per lo spettacolo. E’ una sfida che ha sempre avuto un’atmosfera pazzesca e vorrei godermi una bella partita. Ho visto la Juventus di recente e mi ha colpito il gioco di Conte: moderno e molto europeo».
Detto da un brasiliano può anche non essere un complimento.
«Beh, noi vogliamo sempre vedere il bel gioco e lo spettacolo, in Europa c’è la cultura della vittoria. Io che sono brasiliano, ma ho passato la mia carriera da voi sto nel mezzo e quindi apprezzo molto il gioco della Juventus».
Conte è stato suo avversario in campo.
«Me lo ricordo bene: era un duro e soprattutto era dappertutto. Dove ti giravi lo trovavi: attacco, difesa, in mezzo…».
Correva più di lei.
(sorriso furbetto) «Come distanza forse, non come velocità».
Già, l’avvocato Agnelli l’aveva
associata a un’opera del grande artista Giacomo Balla: “Velocità nel futuro”.
(sospiro) «Mi mancano le sfide con la Juventus. Mi sono sempre piaciute, non importa con che maglia la affronti (a lui è toccato con quella dell’Inter, del Real Madrid e non con quella del Milan, ndr ) quando giochi contro la Juventus ci sono sempre motivazioni speciali, giochi contro la storia, la tradizione, milioni di tifosi…»
Cos’ha in più questa Juventus che sta dominando il campionato?
«Forse l’organizzazione: dalla società alla squadra c’è un piano. D’altra parte non si riemerge così da momenti difficili come quelli che ha passato il club senza un serio progetto. E’ questo che fa la differenza nel calcio moderno: la capacità di guardare al futuro».
Il suo quale sarà? Allenatore, ct o presidente della Federazione brasiliana?
«Allenare non fa per me. Basta pantaloncini, allenamenti, ritiri: non ce la farei più a sopportare tutta questa roba. Mi piace quello che sto facendo per la Confederations e i Mondiali nel mio Paese e non sento ancora l’ambizione di ricoprire un ruolo più importante, ma ho tante idee che prima o poi mi piacerebbe realizzare».
Che tipo di idee?
«Il calcio è uno sport in ritardo da parecchi anni, servono novità in tutti i campi: dalle strutture al modo di giocare, dalla gestione alle regole. Tutto, in ogni caso, deve partire dai nuovi stadi: ogni squadra deve averne uno e deve essere un posto dove sia bello vedere la partita. E’ per questo che la Juventus è già nel futuro e il Brasile ci sta entrando».
I mondiali in casa mettono pressione sulla nazionale?
«Enorme. Forse troppa… Ma siamo il Brasile. E penso che Felipao Scolari stia lavorando
RONALDO «Buffon mi ha detto: ti ho sofferto!»
bene: ha una grandissima esperienza e sta creando un gruppo che sicuramente darà tutto per lui, anche se forse c’è stata troppa fretta a mandare via Menezes».
Meglio Messi o Cristiano Ronaldo?
«Dico Messi, perché mi sembra un po’ meglio, ma aggiungo che Cristiano ha avuto una bella sfiga! Sarebbe stato il più grande in molte altre epoche e gli capita di giocare insieme a un altro grandissimo».
Neymar lo diventerà? «Ha le potenzialità. Bisogna valutare quale sarà il suo impatto con il calcio europeo quando arriverà nel Barcellona. Ora in Brasile è sotto accusa perché spesso sbaglia le partite importanti e, soprattutto, quelle contro le nazionali europee. Soffrirà il primo anno, ma sono convinto che quando si sarà ambientato entrerà nel club dei più forti».
Com’è il figlio di Bebeto, Mattheus, che è stato opzionato dalla Juventus?
«E’ forte. Ha giocato molto poco nel Flamengo, ma da quello che ho visto e da come mi hanno parlato di lui è sicuramente un talento».
A Vinovo chi ha salutato in particolare?
«Pirlo e Buffon, due… fenomeni! Nello spogliatoio, davanti a tutti, Gigi ha detto: guardatelo bene, questo è l’unico che mi ha messo seriamente in difficoltà».
Lei cos’ha risposto?
«Ma se mi hai parato un rigore e un sacco di tiri che ero sicuro finissero dentro!(risata) Che belle sfide con Gigi. Pensate che rivedendo i miei gol ho scoperto che se tiravo basso lui la prendeva sempre, mentre sono sempre riuscito a segnare contro di lui con tiri un po’ più alti. Solo che – maledizione! – l’ho scoperto dopo aver smesso di giocare».
Quindi ogni tanto rivede i gol che ha segnato nella sua carriera?
«Sì, qualche volta mi capita. E’ divertente». Lo sappiamo, caro Ronaldo, lo sappiamo…