Fikri e il telefono. Le intercettazioni. Le traduzioni. Le celle agganciate. Mentre in Val Seriana si prosegue a scavare nella vita di Giuseppe Guerinoni, l’ex autista di Gorno deceduto nel 1999 e considerato il padre del killer di Yara Gambirasio (secondo gli esami del Dna: ora si cerca la donna di San Lorenzo di Rovetta con cui avrebbe avuto il figlio illegittimo), le indagini per arrivare all’assassino della ragazzina tredicenne – sparita il 26 novembre 2010 e ritrovata morta tre mesi dopo a Chignolo d’Isola – conti – nuano anche su altre piste. E la posizione del marocchino Mohamemed Fikri, ora indagato solo per favoreggiamento dopo che è stata archiviata l’accusa di omicidio, viene tenuta sempre in grande considerazione. Tanto che nei giorni scorsi il gip Patrizia Ingrasci – accogliendo l’istanza di incidente probatorio del pm letizia Ruggeri che coordina le indagini – ha nominato un perito per chiarire definitivamente le intercettazioni telefoniche del ragazzo che lavorava nel cantiere di Mapello. I file audio delle telefonate, già esaminati e riesaminati nei mesi scorsi, verranno ascoltati da un esperto in lingua araba (con lui ci saranno anche i consulenti nominati da accusa e difesa) e la grande differenza rispetto al passato è che questa volta il risultato avrà valore di prova. Le telefonate sotto esame sono tre, due con la propria fidanzata dopo essere stato interrogato dai carabinieri (la sera del 3 dicembre) e una mentre cercava di contattare un amico tunisino, quella della famosa frase tradotta la prima volta “Allah, perdonami: non l’ho uccisa io” e la seconda volta “Al – lah, fa che risponda”. Traduzioni e interpretazioni, ma non solo. L’attenzione degli inquirenti si sta concentrando anche sulle celle telefoniche e in questi giorni sono in corso nuovi rilievi e nuovi studi sulla distribuzione delle centraline in cui vengono agganciati i telefonini. A Mapello, nella zona del cantiere (ora è un centro commerciale). Ma soprattutto – e questa è una novità – a Chignolo d’Isola, dove la piccola Yara è stata trovata morta. Come mai questi nuovi approfondimenti? Perché riesaminare i tabulati e le celle? Uno dei motivi per cui la posizione di Fikri è stata archiviata è proprio legata al telefonino e nel suo fascicolo il gip Patrizia Ingrasci aveva spiegato che «L’analisi delle celle che agganciano i cellulari dimostrano che i due soggetti (si riferisce a Fikri e al suo datore di lavoro ndr) non si sono recati nel campo di Chignolo d’Isola». Una prova fondamentale (così come il Dna che non corrisponde a quello trovato sugli slip e sui leggings della vittima) che ha scagionato il marocchino dall’accusa di omicidio. Già, controllare e ricontrollare. Ai tempi i carabinieri del Ros avevano analizzato oltre 15 mila utenze che avevano prodotto traffico telefonico (sms spediti o ricevuti o chiamate effettuate) lungo il percorso che congiunge Brembate al campo dove la tredicenne è stata ritrovata. Senza esiti. Non sono riusciti, però, a controllare i «file di log» (cioè le registrazioni alla rete di un cellulare acceso, anche inattivo), perché questi vengono cancellati 48 ore dopo il passaggio da una qualunque cella per questioni di privacy. E Yara, a Chignolo, è stata trovati tre mesi dopo la scomparsa. Ora, però, sono previsti nuovi controlli, nuovi accertamenti sulla distribuzione delle quindici stazioni di telefonia posizionate tra Brembate e Chignolo: cinque sono nella zona tra Presezzo e Ponte San Pietro, due a Bonate Sopra e altrettante a Bonate Sotto, altre cinque tra Chignolo d’Isola (un’antenna telefonica è vicinissima al punto in cui è stata trovata Yara), Bottanuco e Madone. Come se gli inquirenti avessero qualche sospetto particolare (Fikri ora è indagato per favoreggiamento). O avessero a disposizone nuovi strumenti o tecnologie in grado di aiutare nelle indagini. E, chissà, magari dare una svolta inaspettata.