Un colpo da professionisti. Un piano studiato da tempo, curato nei minimi dettagli e portato a termine senza versare una goccia di sangue nonostante siano stati esplosi quasi 50 colpi di kalashnikov. La banda che ieri mattina ha assaltato i due portavalori sull’autostrada A9 Milano-Como, aveva strumenti e conoscenze, al punto da sapere che uno dei mezzi della ditta Battistolli fungeva solo da civetta e che non trasportava nulla di interessante. Per questo hanno puntato senza esitazione al blindato contenente contanti e lingotti d’oro, tagliando il portellone con un flessibile e portando via un bottino inizialmente stimato in dieci milioni di euro e successivamente ridimensionato in un paio. L’assalto è avvenuto alle 7.05. I due furgoni della ditta di Vicenza erano partiti all’alba da Paderno Dugnano (Milano) diretti a Como e quando hanno superato lo svincolo di Saronno sono finiti nella trappola. I banditi hanno prima disseminato le carreggiate di entrambi i sensi di marcia di chiodi a tre punte per bloccare il traffico e impedire ai mezzi di soccorso di arrivare, poi hanno dato fuoco alla motrice di un tir in modo da creare un finto incidente. I vigilantes hanno visto dallo specchietto retrovisore una colonna di fumo e il vuoto dietro di loro ma quandosi sono resi conto di quello che stava per accadere era già troppo tardi. L’autoarticolato che viaggiava davanti si è improvvisamente messo di traverso bloccando qualsiasi via di fuga, isolando i portavalori e trasformando le guardie giurate in tonni in una tonnara. A quel punto i banditi, forse una decina e tutti con indosso pettorine della polizia, sono scesi dai mezzi armati di fucili d’assalto coi quali hanno crivellato i furgoni e tentato inutilmente di sfondare il parabrezza. Ore dopo, quando tutto era finito, la polizia ha trovato 48 bossoli che ha evidenziato con altrettanti segnalini. Al riparo dai colpi ma comunque terrorizzati, i vigilantes hanno tenuto duro fino a quando han visto del fumo uscire da sotto al loro blindato (provocato da un fumogeno acceso di proposito) e credendo che potesse esplodere hanno aperto le portiere. Sembra che in questo momento ci sia stato un conflitto a fuoco, ma è certo che nessuno è stato raggiunto nonostante la quantità di proiettili. Secondo la ricostruzione della Squadra mobile di Como, subito dopo i banditi hanno utilizzato il flessibile per tagliare il portellone del mezzo contenente i lingotti, snobbando l’altro in maniera così sicura da lasciar ritenere che sapessero di perdere solo tempo prezioso. Dopo aver trasferito il bottino su tre auto, sono scappati utilizzato la viabilità ordinaria, sparendo nel nulla prima dell’ar – rivo della polizia. Tutta l’operazione è durata pochi minuti, un’azio – ne chirurgica che è stata definita dai testimoni «paramilitare». Lo conferma Marco Melatti, responsabile dell’Ufficio Stampa del Gruppo Battistolli, che all’Ansa ha commentato che «di certo si è trattato di una banda di professionisti visto che il colpo era stato preparato nel dettaglio», e che in merito all’entità della rapina ha spiegato: «In questo momento non siamo in grado di dare una cifra esatta visto che anche noi non lo sappiamo, ma 10 milioni di euro sono una cifra assolutamente esagerata. Per noi bottino ingente può essere nell’ordine di un paio di milioni. Va verificata anche la presenza di lingotti, quello che possiamo dire è che tra i nostri clienti della zona ci sono banche, istituzioni private e gruppi della grande distribuzione». In ogni caso sembra improbabile che un’organizzazione di questo tipo possa aver puntato a pochi spiccioli. Sull’identità del gruppo non ci sono certezze, anche se dalle prime indiscrezioni pare che siano italiani e senza inflessione dialettale. Nel pomeriggio sono state trovate non lontano da Turate tre auto usate per la fuga: una 159 grigia, una 156 blu e un’Audi A3 bianca. L’ipotesi è che possano aver preso tre vetture “pulite” per raggiungere la Svizzera.