L’aula sorda e grigia di Montecitorio si appresta a diventare un bivacco di manipoli grillini. Da oggi, al termine dellesedute di Camera e Senato, il Movimento 5 Stelle inizia a «occupare il Parlamento ». Non aveva voluto farlo nemmeno Benito Mussolini, dopo la marcia su Roma. Tanto che, il 16 novembre 1922, pronunciò il famosodiscorso del bivacco: «Potevo sprangare il Parlamento e costituire un Governo esclusivamente di fascisti. Potevo: ma non ho, almeno in questo primo tempo, voluto». Era stata sufficiente la minaccia: «Ho costituito un Governo di coalizione e non già coll’intento di avere una maggioranza, della quale posso benissimo fare a meno». L’incarico glielo aveva dato il Re. Ma, a novant’anni di distanza, Giorgio Napolitano non molla. Così, quel che al fascismo non era parso conveniente, sta per realizzarsi attraverso l’annuncio, dato dalla capogruppo grillina alla Camera, Roberta Lombardi, di «iniziative parallele». A Montecitorio e a Palazzo Madama, spiega, «rimarremo in Aula ben oltre la discussione per dare il senso della riappropriazione delle istituzioni da parte dei cittadini». In realtà, puntano un’arma scarica perché neutralizzata dalla Costituzione e dai regolamenti, che dichiarano di voler rispettare. Rimarranno perciò «fino a mezzanotte e un minuto, non un attimo in più per rispetto al personale in servizio». Ma, insistono, si deve iniziare a legiferare, attraverso le commissioni permanenti e con o senza un nuovo governo, ribadiscono, si può fare. Stilano anche una loro provvisoria lista di priorità. In cima, il capogruppo al Senato Vito Crimi pone la damnatio memoriae del Cavaliere: «Quello di Berlusconi è il primo nome della lista dei 30 ineleggibili che renderemo nota tra qualche giorno». Poi,prosegue Lombardi, sarà necessaria «una legge anti-corruzione» per recuperare «120 miliardi da destinare agli ultimi, a chi non ce la fa più». Terzo punto: «Abbiamo bisogno di una legge elettorale nuova». Procedendo, «abbiamo bisogno di leggi che riportino la politica a un livello decente, da Paese europeo », oltre che della «abolizione immediata dei rimborsi elettorali ai partiti e di leggi per un Paese al collasso». Senza che li sfiori il minimo sospetto sull’iperproduzio – ne di leggi inutili, «giovedì mattina autoconvocheremo le commissioni iniziando a lavorare come se fossimo nelle commissioni permanenti », anticipa Crimi. «Ci hanno detto che noi blocchiamo il Paese, ma prima che di un governo il Paese ha bisogno di leggi» perché «il Parlamento è la testa del Paese mentre il governo ne è il braccio», spiega Lombardi ricordando come «due giorni fa, tre persone si sono tolte la vita perché non hanno più resistito. È questo il motivo per cui faremo di tutto per far capire che non è più ilmomento di scherzare». Chissà se siano da prendere sul serio, allora, le uniche proposte di legge finora presentate dal M5S. Sono state depositate venerdì scorso al Senato e riguardano i presunti diritti civili. La prima idea arriva dalla senatrice Michela Montevecchi, che la titola «Nuove disposizioni per il contrasto dell’omofobia e della transfobia». Si propone invece «modifiche al codice civile in materia di eguaglianza nell’accesso al matrimonio in favore delle coppie formate da persone dello stesso sesso» il ddl del senatore Luis Alberto Orellana. Infine, fanno capolino le «norme in materia di modificazione dell’attribuzione di sesso», su iniziativa dal senatore Alberto Airola. Come avrebbero potuto giovare all’uscita dalla crisi economica, se fossero state approvate, non è noto. E, comunque, sottolineano di non voler tornare al voto a giugno. Secondo Lombardi «sarebbe una sciagura, solo per una questione di costi». Quindi, la loro «non è campagna elettorale, non stiamo puntando alle elezioni». È trascorso poco più di un mesetto e si sono già attaccati alla poltrona.