Giorgio Napolitano sceglie Sant’Anna di Stazzema, luogo del dolore e della memoria, per quello che definisce «probabilmente l’ultimo suo atto pubblico» da presidente. E confermando che «a 88 anni gli straordinari non sono ammessi », così chiudendo le porte a ipotesi di rielezione, spiega che «è felice» di compiere questo ultimo atto da capo dello Stato proprio a Sant’Anna, frazione di Stazzema. Il 12 agosto 1944 quattro reparti di Ss, accompagnati dai fascisti italiani di Salò, rastrellarono e uccisero 560 cittadini, tra cui 120 bambini. Furono uccisi a colpi di mitra e di bombe a mano e i cadaveri vennero bruciati col lanciafiamme. Fu un atto terroristico premeditato, non una rappresaglia: per l’eccidio furono condannati all’ergastolo dal tribunale militare di La Spezia nel 2005, 10 ex SS, condanna ratificata dalla Cassazione. Ma il tribunale di Stoccarda dispose invece in seguito, tra le proteeste, l’archiviazione dell’accusa. La strage di Sant’anna era stata preceduta da un altro eccidio, a Fivizzano, dove le Ss e i fascisti dellaX mas di Junio Valerio Borghese in cinque giorni massacraronooltre 340 persone. Napolitano ha parlato con a fianco il suo omologo tedesco, Joachim Gauck, a lungo abbracciato. Non ha mancato comunque di commentare la situazione politica dell’Italia confermando, a proposito del futuro governo, che «non si può essere altro che fiduciosi, bisogna essere fiduciosi per forza». Tornando sui temi della giornata, tra storia e memoria, ilCapodello Stato hadetto che «noi italiani siamo fieri della straordinaria prova di riscatto che offrimmo tra il settembre del ’43 e l’aprile del ’45con la Resistenza e la guerra di Liberazione. Siamo di ciò orgogliosi e fieri ma non dimentichiamo i misfatti del fascismo, le vergogne e la catastrofe in cui il fascismo trascinò l’Italia ». L’Europa di oggi ha tra le sue pietre miliari «quella della memoria, consapevole degli errori e degli orrori di tutte le guerre del Novecento». L’Italia ha delle «responsabilità storiche » che non vanno dimenticate ma bisogna «guardare avanti coltivando e trattenendo la memoria storica come patrimonio comune». Napolitano si è commosso quando ha raccontato del messaggio, da lui recapitato al collega tedesco Gauck, scritto da Enrico Pieri uno dei sopravvissuti all’eccidio di Sant’Anna. A proposito dei rapporti italo-tedeschi «sarebbe inaudito – ha detto il Capo dello Stato – che lasciassimo dissolvere il patrimonio di unità e fraternità che abbiamo costruito». I due presidenti si sono stretti in un lungo abbraccio davanti all’ossario delle vittime della strage nazista. Jaochim Gauck nel suo discorso è stato netto: «La riconciliazione non può essere oblìo, dimenticanza perché i crimini compiuti qui per la loro efferatezza inenarrabile non possono essere dimenticati ». E le vittime delle stragi naziste e fasciste «hanno diritto a memoria e commemorazione perché non sono vittime anonime di accanimenti ma hanno nomi che noi dobbiamo ricordare». Gauck ha espresso parole di grande amicizia per Napolitano: «Volevo venire qui a Sant’Anna di Stazzema con lei, so che ha combattuto il fascismo e il nazismo, lei è altamente stimato ed era importante venire qui con lei. Volevo anche ringraziarla per la fratellanza che c’è tra i nostridue Paesi».