Non sarà un Papa pastinarlo — è un inflessibile antiabortista e definì una movida daldiablo, una mossa del diavolo, la legge che dal 2010 autorizza in Argentina il matrimonio fra gay — ma è sicuramente un Papa passionale, Jorge Mario Bergoglio. Uomo di gusti semplici, di hobby popolari e di letture, quelle sì, raffinate. La passione più grande è per il San Lorenzo de Almagro, squadra di calcio di Boedo, il quartiere di Buenos Aires dove è cresciuto il tango. Una passione trasmessa per via paterna (papà Mario giocava a basket proprio nel San Lorenzo) e coerente con la fede: il club è stato fondato da un prete di origini italiane, don Lorenzo Massa, e ha i colori del mantello della Madonna, il blu e l’amaranto. «Non ho perso una partita dello squadrone che vinse il titolo del 1946, quella del terzetto d ’oro Farro-Pontoni-Martino», ha detto a più riprese Bergoglio. Il San Lorenzo gli ha intestato un abbonamento vitalizio nel 2008 (che lo segnala come activo simple, semplice militante: la quota annuale è di 16 euro) e lui ha officiato la messa per i 100 anni del club. E qui il misticismo incontra la cabala: ci crediate o no, le ultime quattro cifre della tessera da tifoso di Bergoglio (88235N-0) sono uscite alla Quiniela, il lotto argentino, proprio all’indomani della fumata bianca. Essendo arrivato tardi al sacerdozio (nel 1969, pochi giorni prima di compiere 33 anni), Bergoglio ha avuto tempo di assaggiare anche la passione amorosa, per una ragazza la cui identità è rimasta segreta. Con lei usciva a ballare: «Mi piace moltissimo il tango, è una cosa che mi viene da dentro», confessa in quella sorta di autobiografia dialogata che è ElJesuíta, scritto dai giornalisti argentini Sergio Rubin e Francesca Ambrogetti (con prefazione di un rabbino!). I suoi cantanti preferiti sono tre. Due scontati: il mito Carlos Gardel e il grande Julio Sosa. Una di nicchia: Ada Falcon, pseudonimo di Aida Falcone (anche lei paisà, dunque), che nel 1942, a 37 anni, barattò il trono di “Imperatrice del tango” per la vita di clausura in un convento di Cordoba, nel nord del Paese. «Il tango lo ballavo da giovane, anche se preferivo la milonga», genere musicale che ha ritmi più lenti e monotoni, più adatti all’ascolto che alla danza. Tra i compositori, sceglie Beethoven. «0 MI SPOSI 0 MI FACCIO PRETE» Nel passato remoto di Papa Francesco ce però una “fidanzatina” non anonima: si chiama Amalia, era una vicina di casa dei Bergoglio nel quartiere proletario di Flores. «Quando avevamo 12 anni Jorge mi disse: “O mi sposo con te o mi faccio prete”. Mi fece anche un disegno di una casetta bianca col tetto rosso e sotto ci scrisse: “Quando saremo marito e moglie ti porterò a vivere qui”», ha raccontato Amalia alla tv argentina. Il fidanzamento si ruppe per mano del “suocero” del futuro Pontefice: «Papà mi diede una bella ripassata e mi proibì di scrivergli », conclude Amalia. Se è progressista nei temi sociali, quando si tratta di letteratura Bergoglio va sul classico. Fedor Dostoevskij e Jorge Luis Borges («Un agnostico che tutte le sere recitava il Pater perché l’aveva promesso a sua madre») sono gli autori preferiti in prosa. Ma nel suo pantheon letterario, c’è spazio anche per i Promessi sposi, che ha letto e riletto in italiano. Come pure La Divina Commedia. Tra i poeti, adora il connazionale Leopoldo Marechal (famoso però per un romanzo: Adan Buenosayres) e il tedesco Friedrich Holderlin. Da giovane leggeva anche la rivista Propositos, vicina al Partido Comunista («Lo sfogliavo per gli articoli di Leonidas Barletta, ma non ero un “compagno”»). G i ud ica La crocefissione bianca di Marc Chagall «una delle tele più belle mai dipinte». L’attrice preferita è Tita Merello, al cinema “vota” per il neorealismo italiano e per II pranzo di Babette, film danese del 1987. E a proposito di pranzi, pare che sappia cucinare («I miei piatti non hanno mai ucciso nessuno») e che non disdegni un buon bicchiere. Di Grignolino.