Scivolare e farsi scivolare addosso, due verbi uguali per due aspetti molto diversi. La bastonata di Barcellona è uno scivolone che ha causato un tonfo molto fragoroso anche se non del tutto inaspettato. Le parole di Allegri prima della gara con il Genoa ora risuonano sinistramente nelle orecchie dei tifosi, “…bisogna vincere in campionato e tenere il terzo posto perché in coppa può succedere di tutto”. È successo di tutto e niente di positivo, appunto. Un Barcellona troppo più forte in ogni zona del campo ha stritolato le ambizioni rossonere ma ora bisogna farsi scivolare addosso le paure e le ansie che questa batosta ha creato per non rischiare di rovinare quanto di buono è stato fatto finora in campionato con un recupero pazzesco. Sulla carta l’impegno è relativamente semplice, il Palermo di Zamparini (non certo di Sannino, Gasperini, Malesani o chiunque altro) che sembra destinato alla retrocessione. I rosanero hanno perso lo scontro diretto con il Siena al Renzo Barbera domenica scorsa e sembrano le vittime sacrificali per la rinascita del Milan in campionato, ma la Serie A non presenta gare già scritte in partenza e Allegri lo sa. Il tecnico toscano sa bene che dovrà principalmente lavorare sul morale e l’autostima dei suoi, messi a dura prova martedì sera. Una squadra giovane che deve crescere passa anche attraverso momenti come questi, ma la differenza la fa proprio la capacità di rialzare la testa in tempi brevi e non vanificare tutto. Nella passata stagione, dopo l’eliminazione dai quarti di Champions League, sempre per mano del Barcellona, arrivò la sconfitta interna con la Fiorentina che determinò in maniera netta l’uscita dalla corsa per lo scudetto, vinto poi dalla Juventus. Anche la società in settimana ha voluto ricordare questo aspetto, giusto per far capire che la terza piazza è molto più di una priorità per il blasone e per le casse del club. Allegri dovrà fare a meno certamente di Pazzini e Constant, uno infortunato e l’altro squalificato, entrambi vittime delle “attenzioni” dei giocatori del Genoa venerdì scorso. In difesa al posto dell’ex giocatore del Chievo, giocherà De Sciglio con la conferma per Abate sull’altra fascia e con Zapata e Mexes al centro. La conferma probabile della linea difensiva, nonostante i quattro gol incassati, sta proprio a significare fiducia e continuità nella marcia positiva in Italia fino ad ora. A centrocampo, sicuramente titolare Montolivo con, probabilmente, Nocerino e Muntari ai suoi lati. Qualche dubbio in più invece davanti dove Balotelli dovrebbe partire dal primo minuto, avendo smaltito la botta subita nel derby, ma la prestazione oltremodo opaca di Boateng potrebbe lasciare intendere un utilizzo al suo posto del giovane Niang ancora alla ricerca del primo gol. La gara del Camp Nou, però, ha evidenziato anche una buona prestazione di Robinho che potrebbe dare un apporto di carattere ed esperienza in un momento delicato. Dopo la “sbandata” di Barcellona nel “testa coda” di oggi il Milan si aggrappa a Mario Balotelli. L’attaccante, che vanta uno score di cinque gol in cinque partite giocate, può essere l’uomo della riscossa rossonera. Il suo contributo, vuoi perché al Camp Nou non ha giocato e quindi non ha “scorie” fisiche o psicologiche da smaltire, vuoi per la sua cifra tecnica incommensurabile, può essere determinante. L’imperativo è dimenticare in fretta Messi e compagni per concentrarsi sul campionato: per i rossoneri è vitale tornare in Champions. Il terzo posto va difeso e magari, rimanendo in scia, si può pensare di riprendere il Napoli, distante appena due punti. La parola d’ordine è non abbattersi: Allegri e i suoi collaboratori in questi giorni hanno lavorato molto sull’aspetto mentale. Batoste come quelle rimediate in Spagna, posso infatti costare care. Nella stagione 2011-2012 il Milan, primo in graduatoria ed estromesso dalla Champions sempre ad opera dei catalani che vinsero in casa 3-1, venne sconfitto la domenica successiva a San Siro dalla Fiorentina e sorpassato dalla Juventus che si aggiudicò il campionato. La gara di oggi, nonostante i trenta punti che dividono i rossoneri dal Palermo, nasconde molte insidie, prima tra tutte il ritorno sulla panchina di Sannino, il tecnico esonerato da Zamparini dopo le prime tre giornate di torneo. L’allenatore ha dichiarato che bisogna terminare la stagione con dignità. Sannino ha poi detto che contro il Milan vuole dimostrare che anche una formica può correre più veloce di una lepre. Visto il precedente con la “Pulce” Messi qualcuno sta già facendo gli scongiuri!