Non ci sarà un secondo tempo per Napolitano al Quirinale. Letto l’appello di Ferruccio de Bortoli che sul Corriere della Sera chiede al capo dello Stato di rimanere «almeno un po’», il portavoce del presidente della Republica, Pasquale Cascela, prende carta e penna e prova a stoppare la ridda di voci chedaqualche giorno si è fatta assordante. «Una regola di rispetto della persona e dell’istituzione consiglierebbe di considerare la questione chiusa» taglia corto Cascella, che nella risposta al direttore del Corriere ricorda come Napolitano abbia da tempo indicato le ragioni istituzionali e personali per cui «non ritiene sia ipotizzabile una riproposizione del suo nome per la Presidenza della Repubblica». La precisazione apre una giornata scandita dai continui colpi a distanza tra renziani e bersaniani. Il pomo della discordia è l’intervista di Renzi andata in onda due sere fa a Che Tempo che fa nella quale il sindaco di Firenze ha “suggerito” a Bersani di aggiungere agli 8 punti del suo programma un paragrafo che preveda la cancellazione del finanziamento a partiti.Manon solo. L’ex rottamatore ha fatto capire di non credere neanche un po’ alla possibilità che Bersani possa riuscire a convincere i parlamentari delM5S a votargli la fiducia ed ha concluso il suo ragionamento definendo “plausibile” che a giugno si vada di nuovo al voto. In quel caso, Renzi correrrebbe come candidato premier, ma dopo le primarie. Alla sfida lanciata al Pd sul finanziamento pubblico ai partiti risponde, con una intervista a Repubblica, Stefano Fassina. «Renzi mostra scarso rispetto per la comunità di cui fa parte e cavalca spregiudicatamente l’antipolitica, provando a ridicolizzare il Pd. Non è l’attegiamento appropriato per un grande leader…» affonda il responsabile economico del partito. Ma il colpo più pesante parte con una nota ufficiale della segreteria con la quale si ricorda a Renzi che la questione del finanziamento pubblico ai partiti «è ben compreso negli otto punti approvati all’unanimità dalla direzione del Pd». La questione, insomma, sarà affrontata anche se fino ad oggi, come ricorda Arturo Parisi, si è parlato di una modifica della legge che regola i rimborsi e non della sua abolizione. Sul finanziamento si arriverà allo scontro? I “giovani turchi” bersaniani accusa no Renzi di voler «copiare» Grillo. I fedelissimi del sindaco rispondonoper le rime. « Grillo copia RenzimaFassina non se ne accorge » attacca Ernesto Carbone. Ma il braccio di ferro riguarda anche e soprattutto la possibilità di fare nuove primarie. Don Andrea Gallo, che in questi giorni ha tentato una mediazione tra Pd e M5S, ricorda che le primarie ci sono state e il risultato va rispettato: «Io conosco Renzi e, come si dice per i calciatori, è uno di quei talenti che deve però maturare… ». Il tentativo di aggancio del M5S va avanti. Oggi Bersani riunirà in un albergo romano i neoeletti (408 tra Camere e Senato) e proverà ad impostare il metodo di «confronto e contatto con gli altri gruppi». Dalla riunione, che sarà trasmessa in diretta da Youdem Tv, usciranno i nomi dei parlamentari che saranno autorizzati a fare “scouting” nei confronti dei grillini.