«Non esiste un impedimento alla partecipazione» del paziente all’udienza in corso. E’ chiaro il verdetto emesso ieri dai medici fiscali spediti dalla seconda sezione della Corte d’appello di Milano – titolare del procedimento sui diritti Mediaset – a visitare l’imputato Silvio Berlusconi, ricoverato da lunedì mattina al San Raffaele per una «uveite bilaterale». La richiesta di visita fiscale che l’altro ieri era stata chiesta al processo Ruby dal pm Ilda Boccassini – poi respinta dai giudici del tribunale – è stata ripresentata ieri mattina dal procuratore generale Laura Bertolè Viale al collegio del caso Mediaset, dove i legali dell’ex premier erano di nuovo ricorsi al legittimo impedimento. Collegio che ha accolto e assegnato l’incarico a un medico legale, Carlo Goj, e al professor Pasquale Troiano, specialista del Policlinico e docente all’Università degli studi di Milano. In aula il clima si è fatto in breve esplosivo. «E’ un provvedimento al di fuori di ogni logica », ha subito commentato l’avvocato Niccolò Ghedini. «Noi abbiamo una certificazionemedica che attesta l’assoluta necessità del ricovero. Che vadano pure a fare gli accertamenti. Ma non riusciamo a capire tutta questa fretta. Anzi la capiamo benissimo: si vuole arrivare in tempi brevi a unasentenza di condanna, anche se la prescrizione è nel 2014», ha aggiunto il legale che da ieri dice chiaro e tondo di confidare ormai «soltanto nella Cassazione». Le proteste dei difensori del Cavaliere si sono fatte più vivaci alla ripresa pomeridiana dell’udienza quando alla Corte è stato trasmesso il parere dei medici fiscali. Parere secondo il quale il Cavaliere, che dai suoi medici ha ottenuto un certificato di malattia di sette giorni -ha sì una congiuntivite, ma non talmente grave da impedirgli in modo «assoluto» di partecipare alle udienze. Da qui la ripresa del dibattimento, con o senza l’imputato. Apriti cielo. Il professor Francesco Bandello, primario di oculistica del San Raffaele, e Alberto Zangrillo, medico personale di Berlusconi e primario di terapia intensiva nel medesimo ospedale, hanno tenuto una conferenzastampa pocodopole 13 e un’ altra alle 18 per esprimere tutto il loro «disagio» e la loro contrarietà alle dimissioni anticipate del paziente (anche se adomanda dei giornalisti hanno confermato di non avere nessun’altra persona ricoverata per la stessa patologia). «Le nostre conclusioni cliniche non sono comunque state messe in discussione. Per il resto l’impedimento assoluto, questione che non ci compete, in medicina è evento molto raro: perfino un paziente in coma può essere trasportato dappertutto», ha detto Zangrillo mentre Bandello ha insistito sulla necessità di trattenere Berlusconi in ospedale almeno per un’altra notte. A palazzo di giustizia, intanto, Ghedini sbatteva la porta informando il tribunale di voler rinunciare alla discussione nel merito e dunque all’arringa. In aula è rimasto l’avvocatoLongo che rivolto alla Corte ha detto: «I giudici non solo devono essere imparziali, maanche apparire tali. E a me non apparite imparziali ». Di più. «Io, Ghedini e l’imputato, vi siamo antipatici. Ed essendo una mia convinzione, vi posso dire che questa antipatia non è nemmeno ricambiata ». Il23 marzola sentenza