Fratello e sorella? Ma l’hai detto davvero? Solo tu potevi dire una cosa de! genere. Comunque è vero che adesso non litighiamo quasi per niente. Io ho capito che bisogna parlare tanto e confrontarsi, sempre. Prima, se avvertivo un malessere mi chiudevo in me stessa, ma i nostn problemi non si risolvevano certo da soli». Convivete di nuovo? Manfredi: «Non volevamo ripetere gli stessi errori, così per una quindicina di giorni Giorgia ha preso un appartamento in affitto ad Altavilla, il paese dove vivono i miei nonni. Io ero ospite loro così, in pratica, invece di stare insieme tutto il giorno, stavamo insieme 2 0 ore su 24». Giorgia: «Poi lui ha avuto la febbre attissima ed è tornato dai suoi e io l’ho raggiunto. Per un periodo ho pensato di cercare casa con altre studentesse, perché nel frattempo mi sono iscritta all’università a Palermo, alla facoltà di Giurisprudenza. Fino a luglio scorso vivevamo in una casa nostra, sotto quella dei suoi genitori, nello stesso palazzo. Ora stiamo in casa con i suoi e tutto fila liscio come l’olio e l’idea di andare altrove non mi sfiora nemmeno. Stavolta non ci sono forzature: tutto si svolge in modo molto naturale». Manfredi: «Essere tornati all’università ci ha dato un equilibrio che in estate non avevamo. Siamo più tranquilli, non avvertiamo pressing psicologico sulla nostra storia e a chi ci dice che è presto per convivere nemmeno diamo ascolto. Sono affari nostri». Però è vero che uno dei motivi che vi aveva portato a scoppiare, oltre alla diversità caratteriale, era proprio la convivenza. Giorgia: «All’inizio, in primavera, non potevamo fare diversamente se volevamo stare insieme. E noi volevamo stare insieme, ma io vivevo a Nettuno, con i miei, lui a Palermo. Si è rivelata una scelta avventata, ma solo a posteriori. Stavolta, lo ripeto, è diverso». Manfredi: «Dormiamo in stanze separate, in due lettini singoli. Abbiamo provato a unirli, ma le dimensioni della stanze non ce lo permettono. Per prendere sonno, però, dobbiamo stare vicini, quindi va a finire che rimaniamo insieme, addormentati, in un letto singolo. E la mattina ci ritroviamo mummificati». Giorgia: «Alle sei di mattina di solito ci svegliano i dolori, ma ora siamo ospiti qualche giorno a casa dei miei a Nettuno dove, essendo io l’unica figlia femmina, ho un letto matrimoniale, e finalmente dormiamo insieme in totale comodità». Come procede la vita a due sotto lo stesso tetto ma in stanze separate? Giorgia: «Quando non siamo all’università, perché anche lui si è iscritto di nuovo a Giurisprudenza,  insieme, ma di solito sono io che vado a lezione e il pomeriggio gli do ripetizioni ».