Poi ci sono i rimandi ai giochi precedenti: la Virtuous Mission fallita, il modo in cui i boss decidono di smettere di essere umani, la benda sull’occhio di Raiden che ricorda Big Boss e Old Snake. Poi c’è LQ-84i. Sotto molti aspetti LQ-84i è la Gray Fox di Rising: il primo ninja cyborg del gioco originale. Conosciuta anche come Bladewolf, il drone controllato da una IA confusa è la prima boss battle di Rising, nonché il climax della demo di Rising del TGS. Anziché dirvi “colpisci ancora!” la macchina rotta viene mandata da Doktor per farsi riparare dopo che l’avete eliminata. Tornata sul campo di battaglia, Bladewolf farà le veci di una sentinella, riportando i movimenti dei nemici e sarà un’altra voce sul vostro Codec. Ma prima c’è bisogno di rimetterla insieme. Ogni boss battle termina in Blade Mode, come ci mostra Korekado prendendo il proprio controller per fare a pezzi un boss non visto al TGS. Un Raiden potenziato si ritrova quindi contro Mistral dalle molte braccia e il suo esercito di Gekko (quelli grossi come palloni da football che il vecchio Snake incontrava nelle rovine di Shadow Moses) usando grandi combo, nuovi attacchi aerei e mosse prese direttamente da Bayonetta. Saltando dal tetto di un complesso industriale nelle rovine ardenti di una raffineria, Raiden usa le sue combo migliorate per stancare la guardia di Mistral finché non riesce a colpirla. KATANA! Chiusa in un angolo, Mistral viene bloccata da un getto di azoto liquido pronta per la combo finale della Blade Mode. Decidete: potete farla a pezzi, decapitarla o recuperare il braccio sinistro. In più, dopo ogni scontro, Raiden reclama per sé l’arma del boss sconfitto. Al TGS avevamo potuto vederne porzioni selezionate mentre ora possiamo giocarci quanto vogliamo: prima con cattiveria, poi in silenzio, poi giusto per vedere le varie combo. E che ospiti saremmo se non provassimo anche granate e lanciamissili? Da ultimo, dovevamo fare una partita riducendo tutto l’ambiente circostante in sottili fettine pronte per il kebab. In qualunque modo scegliate di giocarlo, Revengeance rimane un vero Metal Gear. Raiden è davvero… tagliato per queste cose. Un vero affare “Non possiamo continuare a dire ai fan quanto sia bello e che devono provarlo”, commenta Saito. “Sono convinto che la nostra passione e il mondo che abbiamo creato insieme a Kojima Productions saranno all’altezza del passato creato da Metal Gear. Se amate Metal Gear, non sarà un azzardo: se lo giocherete, vedrete che Revengeance fa parte della saga e che è compreso nel modo di Metal Gear”. Quando Kojima decise di dare il gioco a Platinum, fu decisamente un brutto momento per il team”, confessa Korekado. “Ci eravamo impegnati molto e avevamo passato molto tempo sul gioco, quindi molti del gruppo erano in un buco nero. Io volevo continuare a svilupparlo internamente, ma Kojima voleva farlo progredire e spostare lo sviluppo fuori. Fu molto frustrante, ma anche qualcosa che dovevo accettare. Tuttora provo sentimenti contrastanti, se ripenso alla prima presentazione fatta a Platinum”. Ma, come spiega Korekado, il progetto non si sarebbe completato nelle sole mani di Kojima Productions. “Senza Platinum non eravamo neanche sicuri che Rising sarebbe uscito”, continua. “Quando il vecchio team di Metal Gear Solid: Rising guardò la demo del TGS, erano tutti d’accordo che si trattava di qualcosa di grandioso, qualcosa che Kojima Productions da sola non avrebbe potuto fare. La passione traboccava dai prodotti Platinum. Ed è lo stesso per noi di Kojima Productions: quando la senti, vuoi sentirla sempre di più. Questo si trova in un vero Metal Gear”.