Un po’ ce lo aspettavamo, quindi inutile stupirsi e ripensare con nostalgia ai film di Sam Raimi: The Amazing Spider- Man, il reboot della serie cinematografica tratta dal famoso fumetto Marvel, prodotto da Sony e diretto da Marc Webb (500), non ci ha colpito particolarmente e potremmo continuare a vivere anche facendone a meno. Il film racconta (sì, ancora una volta) la storia di Peter Parker (Andrew Garfield), un ragazzo come gli altri che viene morso da un ragno durante la visita in un laboratorio di ingegneria genetica: da allora il ragazzo comincia a sviluppare il ‘senso del ragno’ che, unito alla sua brillante mente e alla scoperta delle proprie nuove potenzialità, lo trasforma in Spider-Man. La vita dei nuovo vigilante non è però tutta rose e fiori: da un lato si delinea la tragedia familiare della morte delle zio Ben (Martin Sheen), dall’altra non mancano i problemi sentimentali con la ragazza più carina della scuola, Gwen Stacy (Emma Stone). La scelta di riproporre, a distanza di una decina d’anni, una trama che era stata trattata da un maestro del cinema come Sam Raimi e apprezzata da pubblico e critica fa sicuramente onore a Sony e Marc Webb, ma l’esperimento, dobbiamo ammetterlo, non è riuscito, lasciando lo spettatore indifferente a The Amazing Spider-Man. La pellicola ha come obiettivo principale quello di mixare il mood dei primi fumetti di Spider-Man con un mondo dark e reale alla Batman di Christopher Nolan, il tutto immerso in un’atmosfera da 500 Giorni insieme (non per nulla diretto proprio da Webb). Incredibilmente è proprio quest’ultimo aspetto del film che entusiasma il pubblico, con un rapporto più incentrato su Peter e Gwen piuttosto che su Spidey e Gwen. Oltretutto i due attori protagonisti sono una vera sorpresa: Emma Stone è sempre adorabile, anche se un po’ priva di spessore; mentre Andrew Garfield conferma quel sentore che avevamo avuto con The Social Network. Il ragazzo ha molto ta lento ed è certamente una delle star nascenti di Hollywood: il suo ritratto di un Peter Parker problematico, nerd e allo stesso tempo coraggioso, poco incline alle battute ma molto romantico, è la nota in assoluto positiva della pellicola. Piuttosto confusa risulta invece la costruzione del personaggio del Dott. Curt Connors, alias Lizard, a metà strada tra una figura paterna e un potenziale complice della morte dei genitori di Peter, mentre il suo parlare da solo durante le trasformazioni non può che richiamare alla mentre il Norman Osborn/Green Goblin interpretato da Willem Dafoe. L’impressione complessiva è che The Amazing Spider-Man sia una versione estesa dei primi 30 minuti della pellicola di Raimi, con focus su dettagli che poco interessano gli spettatori e che rendono la pellicola lunga e noiosa. E quando è il momento delle scene d’azione, la trama cade inevitabilmente nella banalità, con una computer grafica fatta bene e un 3D ancora più eccellente, che però non sono supportati da una solida onda emozionale. Alla fine, insomma, poco importa che il padre di Gwen muoia durante lo scontro (nonostante sia uno dei personaggi meglio riusciti del film, interpretato da Denis Leary) o che alla fine il povero Dott. Connors sia una vittima della sua stessa voglia di aiutare il prossimo (e se stesso). Proprio perle sue qualità tecniche, quindi, è da apprezzare la versione in Blu-ray di The Amazing Spider-Man, che grazie all’alta definizione permette di godere al meglio dell’immaginario Marvel ricreato su grande schermo da Webb. La debolezza della sceneggiatura è infatti ben compensata da sequenze iconiche come la piccola figura di Spider-Man che si staglia in cima a un grattacielo, e che il 3D supportato dal Blu-ray rende ancora più intense ed espressive nell’atmosfera dark della nuova saga dedicata all’Arrampicamuri di quartiere.