Non è la prima volta che mettiamo le mani su Far Cry 3. All’E3 abbiamo giocato per mezz’ora a una scena presa dalla parte centrale del gioco. In quella fase, il nostro alter-ego Jason Brody è passato da recluta nervosa a sovversivo guerriero della tribù di Rakyat. Ha rafforzato la sua relazione sessuale con Citra, la sorella della sua nemesi psicotica, Vaas. Poi si è buttato da un precipizio e ha nuotato per affrontare Vaas. Erano tutte sequenze di grande effetto, ma non davano l’idea reale del gioco. Non sapevamo come eravamo arrivati a quel punto. Non avevamo guadagnato i nostri poteri o avuto un assaggio della debolezza iniziale di Brody. Non avevamo imparato a odiare Vaas nella maniera giusta. E l’unica traccia di meccaniche open world era stata uno scontro a fuoco in un insediamento nemico che poteva essere gestito in una decina di modi diversi. Dopo aver giocato alle prime tre ore di Far Cry 3, possiamo sicuramente premere l’acceleratore sul nostro ciclo emotivo. Se tutto il gioco è all’altezza dell’atmosfera, dell’impatto visivo, dell’effetto “wow” di questi primi capitoli, questo titolo si prepara a essere scandalosamente fantastico. Il gioco inizia con una scena di vacanza estrema. Per chi ne sa poco di sport, si tratta di viaggi organizzati dove si praticano sport estremi. A meno che non siate tipi da spiaggia ossessionati dalla forma fisica, la prima reazione verso i protagonisti del gioco è: “Speriamo che questi palloni gonfiati vengano rapiti al più presto”. Con questa introduzione a Far Cry 3, Ubisoft Montreal vuole coscientemente spingervi a provare sentimenti di repulsione verso quelli che dovrebbero essere i buoni della storia. La scena dura abbastanza per introdurre anche i vostri amici, prima che siano trasformati nei vostri obiettivi primari. L’inquadratura si allarga a rivelare che questa divertente avventura è in realtà un video sul vostro cellulare sventolato davanti al vostro viso dal vostro carceriere sociopatico, Vaas. Così scopriamo che siamo in una gabbia di bambù con nostro fratello, Grant, la cui preparazione militare lo sta portando a organizzare un primo tentativo di fuga… ma visto come andranno le cose, solo la metà di voi ce la farà. Fatevi trovare pronti Non appena vi svegliate, i Rakyat vi reclamano. Una tribù di guerrieri amici che hanno visto nella vostra fuga un segno del destino, si sono presi la responsabilità di farvi un bel tatuaggio sull’avambraccio mentre dormivate. Il braccio destro è un omaggio, il sinistro dovrete guadagnarvelo passando di livello e completando le missioni. Ogni uccisione vi darà una certa quantità di punti XP, ma per salire di livello dovrete fare qualcosa in più che ammazzare nemici sparandogli in petto. I colpi alla testa fruttano più XP, ma con la prima abilità dello skill tree, Shark (vedi Sum Tatau), sbloccherete l’abilità di guadagnare 30 XP se vi avvicinate silenziosamente al nemico e lo fate fuori con il machete. Più avanti, imparerete a compiere omicidi più spettacolari, saltando dai palazzi, e, un’uccisione dopo l’altra, vi troverete a fare una vera strage. Il ritorno al clima tropicale non significa che Far Cry 3 sia uguale a Far Cry. I colori sono così vivaci che a volte sembra un cartone animato, il che sta bene con la fredda ma esuberante psicosi del malvagio Vaas. Ma questa è un’isola dove la pazzia è brillantemente messa in scena, e Vaas ne è solo una sfaccettatura. Incontrerete Il Dr. Earnhardt molto presto, nella trama principale. È un personaggio fenomenale, perso e pazzo tanto quanto Vaas, ma mentre Vaas è alimentato dalla furia, dalla crudeltà e dall’esibizionismo, Earnhardt è tormentato dalla sconfitta, dalla paura e dalla gentilezza. Anche durante le prime tre ore il suo personaggio di evolve caratterialmente in modo intelligente e affascinate,,, per chi è abbastanza interessato da notarlo. Per esempio, l’interno della casa d Earnhardt è arredato in modo strano, per un uomo vecchio che vive da solo. Ma le ragioni sono lì, anche se non ovvie: nella sua illusione, Earnhardt chiama il vostro amico con uno strano nome, un nome di cui potete trovare altri riferimenti nella sua biografia. Improvvisamente la casa, come un’estensione del suo stato mentale, ha senso. “Mostrate con i fatti e non con le parole”, è uno dei pilasti di una buona sceneggiatura, ma “date a giocatore la possibilità di scoprire” è ancora meglio perché crea un vero senso di complotto tra giocatore e narratore. Il Dr. Earnhardt ha bisogno di voi per andare a prendere alcuni funghi medicinali. Sono all’interno di una grotta infestata dagli squali, ma non è una missione con molto combattimento. È più un susseguirsi d emozioni causate dalla nube allucinogena diffusa da alcune piante presenti nella grotta. Droga, sesso e pazzia sono tutti elementi che i film e i giochi sono capaci di mettere in scena con una banalità disarmante. Non qui. Quando vi trovate a inseguire una serra attraverso un tunnel roccioso, capite che in Far Cry 3 non c’è nulla di banale. E inoltre… Stranamente, la missione principale sembra quasi funzioni da distrazione rispetto alle altre quest. Non è ben chiaro come si un’isola abitata da pirati pazzi si facciano gare di velocità, ma la vera domanda è: chi potrebbe impedire a questa massa di pirati pazzi di correre? Ci sono anche le missioni Supply Depot, dove si cercano degli indicatori luminosi in cui lasciare i propri beni in luoghi sicuri, e questo è un altro miglioramento rispetto a Far Cry 2, il mondo che vi circonda è ancora molto ostile, ma non così implacabile. Ma con la tensione tra realtà e allucinazione, gran parte della fauna che non vede l’ora di mangiarvi e un’isola così ben fatta che la vorrete esplorare per il solo gusto di farlo, Far Cry 3 non è incentrato sulle solite sparatorie infinite con soldati pronti spararvi a raffica per tenervi incollati a quel mondo. Quel mondo vi tiene già incollati senza bisogno di altro!