Quand’è che il design di un gioco funziona alla perfezione? Quando ti ritrovi a pensare continuamente alla prossima volta che accenderai la console, rimirando i tesori, per quanto inesistenti, che hai accumulato giocando. Borderlands, così il primo così il secondo, lucra interamente su quella primigenia sete di ricchezza che è insita nel videogiocatore, e che in particolar modo colpisce la razza degli appassionati di RPG, unendola alla sfrenato desiderio di azione incessante ed esplosiva. Borderlands 2 non devia più di tanto dal modello già collaudato del primo episodio, ma dove ritocca verso l’alto le statistiche è sicuramente sul fronte dei contenuti. La quantità di armi che troverete in Borderlands 2 è semplicemente soverchiante, a livelli da complesso ossessivo compulsivo. Molte di queste, in realtà, sono simili tra di loro, ma ognuna presenta una serie di statistiche e bonus ben precisi, per cui vi ritroverete continuamente a raccogliere armi e a valutare quale sia la migliore. La mole è talmente impressionante che ci sarà sempre un’opzione migliore di quella che state al momento adottando, ed è questa continua corsa agli armamenti a mantenere alto il livello di attenzione nei confronti del gioco. Non c’è tanta differenza, dopotutto, dall’aprire ceste di tesori in Baldur’s Gate e falciare decine di nemici nella Wasteland, in una continua corsa aU’automiglioramento. Le quattro classi presenti del resto riflettono i più tipici stereotipi del gioco di ruolo. Abbiamo il tank di turno, qui chiamato Gunzerker e interpretato dal corpulento Salvador, amante delle armi pesanti e della distruzione tout court. ZerO, al contrario, è un raffinato Assassino che punta tutto sull’eliminazione tramite danno fulmineo. Maya è una Siren, ovvero la curatrice di turno e Axton, il comando, fa affidamento sulla sua torretta per gli attacchi da lunga distanza. In realtà c’è un ulteriore classe, il Mechromancer, orientata per i neofiti e semplicemente divertentissima da usare, non fosse altro perché permette di far combattere al proprio fianco un gigantesco robot. Il fatto che sia disponibile esclusivamente tramite DLC, è però un peccato veniale che proprio non riusciamo a perdonare a Gearbox. Per quanto riguarda la caratterizzazione delle classi Gearbox ha effettuato un oculato bilanciamento tra la libertà di scelta concessa al giocatore e il mantenimento dell’identità di ogni singola classe. Ognuna di queste, infatti, possiede un’abilità unica e quella rimarrà per tutta la durata del gioco. Per dirla in altre parole, al d là di tutti i potenziamenti e aggiustamenti che potrete fargli, Gunzerker rimarrà sempre il solito amabile pachiderma che spiana tutto al suolo con il fuoco pesante. Dove invece potrete agire, è sull’approccio che ogni singola classe ha allo stile di gioco. Ad esempio, gestendo la skill tree dell’Assassino potrete decidere se specializzarlo nella furtività, oppure sul danno da lontano. Proprio come per le armi, anche la gestione delle skill è protesa continuamente allo studio, e al trial and error. Grazie alla possibilità di resettare le abilità, potrete di continuo sperimentare nuovi approcci. Come dicevamo in apertura, Bordertands 2 rimane molto fedele allo spirito del predecessore, anche nel suo focus sul gioco multiplayer piuttosto che sulla narrativa in singolo. Se è vero che i giocatori solitari avranno comunque una modalità appositamente per loro, grazie al quale godersi quantomeno il variopinto mondo creato da Gearbox, è evidente che ancora una volta la vera ragion d’essere del gioco risiede nel multiplayer. Multiplayer che, al di là delle modalità in cui si esprime, si può riassumere in una sfrenata e incessante guerra tra ladri, dove si combatte per ottenere il migliore loot possibile, e di soffiarlo da sotto il naso dei propri avversari. Suona molto appropriato, del resto, per un mondo come quello di Bordertands. Lalchimia che si viene a creare tra più personaggi che collaborano tra di loro è un ulteriore frutto del sistema di personalizzazione di Borderlands 2, dal momento che si integreranno tra di loro in maniera diversa a seconda dei percorsi scelti. Sempre su questo fronte, non possiamo che decretare Gearbox i nostri eroi personali per aver mantenuto la modalità split-screen, ormai troppo spesso accantonata in favore dell’online. A patto di avere un televisore sufficientemente grande, la sensazione che si prova giocando tutti insieme in una stanza è qualcosa con cui nessuna modalità online potrà mai competere, a nostro avviso. Borderlands 2 è esattamente quello che ci saremmo aspettati dal sequel di uno sleeper hit, quale era il suo predecessore. Tutto quanto c’era di buono è stato ripreso ed elevato alla massima potenza, tanto a livello qualitativo che quantitativo. Borderlands 2 è puro divertimento, sfrenato e senza limiti e con un’innata abilità per consumare senza pietà il vostro tempo libero.