Splinter Cell è sempre stato sinonimo di stealth allo stato puro. Almeno finché Ubisoft, con l’episodio Conviction, non ha intrapreso una strada perpendicolare più votata all’action che alla furtività. È con questi dubbi alla mano che ci avviciniamo a una nuova presentazione di Splinter Cell: Blacklist, ultimo capitolo della serie ambientato in Medio Oriente. Fin da ora, non abbiamo dubbi sulla spettacolarità di questo setting, baciato da un sole accecante e circondato da uno straordinario paesaggio montano. La prima sequenza di gioco, ovvero un interrogatorio ambientato in una tenda, toglie il controller dalla mano del giocatore per proporre piuttosto una serie di QTE, che culminano in una scelta morale alla BioShock. Grilletto sinistro, risparmiamo l’interrogato, grilletto destro lo uccidiamo brutalmente. Il nuovo Sam è un uomo dalle maniere spicce e pronto a tutto, forse persino troppo “oscuro” rispetto alle sue precedenti incarnazioni. Il momento di gioco successivo mette invece in luce un’anima del gameplay più libera dal punto di vista decisionale. Il mondo di gioco è pensato per essere esplorato in maniera contestuale, alla Assassin’s Creed per intenderci, per cui vedremo il nostro Sam arrampicarsi agilmente su rocce ed edifici per raggiungere la sua meta. Ma, a differenza dell’assassino incappucciato, Sam potrà scegliere diversi metodi per portare avanti il suo sporco lavoro. Potrebbe, per esempio, arrampicarsi su alcune sporgenze per evitare passaggi eccessivamente controllati dai nemici e quindi evitare il contrasto diretto. Ma, ormai è evidente, Sam non è più l’eroe abituato a muoversi tra le ombre e, anzi, le occasioni di scontro a viso aperto saranno molteplici. Sono queste le sezioni che impressionano di meno, e basti dire che funzionano semplicemente come un classico sparatutto in terza persona con le coperture. Sinceramente, ci auguriamo che l’annuncio di qualche nuovo gadget renda queste sequenze più interessanti o che, quanto meno, gli scontri armati non siano mai delle soluzioni obbligate all’interno del gioco. Fortunatamente, i momenti capaci di farci sentire dei provetti agenti segreti sembrano tutt’altro che essere assenti. Una delle sequenze di gioco mostrate vedeva Sam piazzare una carica fuori da un covo di terroristi, per poi allontanarsi e appostarsi di fronte a una finestra. Dopo aver fatto saltare la carica, il nostro sfondava la finestra e si lanciava sul malcapitato di turno per portare a termine un’impeccabile esecuzione. Sebbene sia chiaro che Splinter Cell è molto cambiato rispetto al passato, Ubisoft sembra tenere sotto controllo la situazione. Per quanto sia evidente l’intenzione di conformare ancora di più il gioco alle ultime mode action, il team ha per le mani ancora tanti elementi per non allontanare i suoi fan storici. Staremo a vedere quanto e se vorranno sfruttarli.