La maxi multa è stata inflìtta alla Samsung per aver “imitato” il telefonino di Apple. L’ha deciso un tribunale americano. Ma è solo il primo round
La battaglia se l’è aggiudicata la mela più famosa e potente del mondo, quella della Apple, che da sola vale quanto tutte le aziende quotate alla Borsa di Milano, 600 miliardi di dollari (circa 480 miliardi di euro). Ma non è ancora detto che riuscirà a vincere la guerra. II nemico è la coreana Samsung, il più importante produttore di smartphone, accusato di aver copiato l’iPhone, il telefonino che ha rivoluzionato il mercato dei cellulari.
Lo scorso 24 agosto il Tribunale della California ha dato ragione all’azienda di Cupertino, condannando i coreani a pagare oltre un miliardo di dollari (900 milioni di euro) “per aver violato almeno sei brevetti”. Secondo i nove giurati statunitensi, funzioni come lo schermo autorotante o lo scorrimento delle pagine strisciando un dito sono «rubati», come aveva commentato Steve Jobs (il guru della Apple, scomparso il 5 ottobre 2011).La decisione è giunta dopo un mese di scontro davanti al giudice Lucy Koh; una battaglia senza esclusione di colpi che l’ha portata a sbottare contro i legali: «Ma avete fumato crack?». Non che ai giurati sia andata meglio: per dirimere la questione hanno dovuto studiare un manuale di 100 pagine.
Ma non c’è stato neppure il tempo di registrare la sentenza e ironizzare su Internet su come i coreani avrebbero pagato l’ammenda (in monete da 5 centesimi caricate su 30 camion, si è detto) che già i reggimenti di avvocati sono tornati in campo. La Samsung ha annunciato appello, forte anche del pareggio strappato invece davanti al Tribunale di Seoul (gli statunitensi sono stati condannati per aver violato alcuni brevetti di Samsung, ma di altrettanto sono accusati i coreani).
La Apple ha stilato “la lista” dei telefonini copioni che andrebbero ritirati dal mercato a stelle e strisce (nulla cambia per l’Italia). Il nuovo atto si celebrerà il 6 dicembre.