Resident Evil è ben più di un semplice titolo di un videogioco. Resident Evil è cinema. Resident Evil è letteratura. Resident Evil è fumetto, e Resident Evil è in ogni fiera legata ai media e ai consumatori. “Resident” ed “Evil”, insomma, sono due parole entrate nell’immaginario collettivo, proprio come “Horror” e “Survival”. E tutto questo nell’arco di soli sedici anni; davvero poco, se pensiamo a quanto sia radicata e popolare la sua eredità crossmediale e non. L’evoluzione della saga, in questo lasso di tempo, si è rivelata però imprevedibile e capace di sollevare dei vespai non indifferenti, tra i fan della stessa. Ma ora, Capcom sembra più che mai decisa a riprendersi lo scettro di miglior horror game sulla piazza, con un sesto capitolo seriamente intenzionato a soddisfare tanto i fan di lunga data, quanto quei pochi tra voi che non hanno ancora nessuna esperienza con multinazionali dal nome “Umbrella”, virus creati in laboratorio, armi biologiche e complotti politici. Remember Raccoon? Resident Evil 6 rappresenta il capitolo più vasto e sterminato di tutta la saga… e questo apparirà ben chiaro fin dai primissimi istanti di gioco. Quattro protagonisti principali (Leon S. Kennedy, Chris Redfield, Ada Wong e Jake Muller) più tre coprimari (Helena Harper, Sherry Birkin, Pierce Nivans), tutti e sette totalmente controllabili con il vostro fido DualShock 3, si muoveranno all’interno di numerose ambientazioni (da Tall Oaks, negli USA, fino ad arrivare a Lashiang, in Cina), ricamando la truculenta e corposa ragnatela che avvolgerà gli eventi di questo sesto capitolo. Che il tutto abbia poi inizio con un prologo che vedrà Leon e la bella Helena in pericolo di vita nella metropoli cinese (sezione in realtà è collocato in una parte avanzata della storia), non è certo un caso: la volontà di ricreare un vero e proprio “Resident Evil 4 – 2” è evidente, soprattutto un volta cominciata la campagna dell’inarrestabile “poliziotto mancato”. Leon è sempre al centro dell’intera vicenda, e la cosa non dovrebbe meravigliare più di tanto riflettendo sul legame affettivo tra il biondo protagonista e i fan, che perdura dal lontano (e intramontabile) secondo episodio della serie. Il prologo non solo fornisce quindi un’anticipazione su quanto accadrà ai nostri eroi, ma servirà da vero e proprio tutorial, illustrando brevemente (ed efficacemente) le nuove meccaniche di gioco introdotte. Ecco quindi fare capolino i chiacchierati QTE, che si presenteranno sotto varie forme ai nostri occhi: oltre ai classici “smashbutton” (le sequenze che ci chiederanno di premere ripetutamente un dato tasto per riempire una specifica barra), troveremo un indicatore circolare che richiederà un tempismo non indifferente per avere la meglio. Una piccola linea bianca scorrerà fugacemente e in senso orario sull’icona, e starà a noi premere il bottone giusto quando si troverà nella “zona calda”.