LE CRITICHE AGLI USA In un’intervista a mezzo email rilasciata al sito CNET. il coti>ndatore Apple prende le parti dell’imprenditore tedesco. Woz critica il comportamento ilei governo americano, che starebbe cercando di ottenere l’estradizioni- di l>)tcom con accuse deboli Fa inoltre ri Ieri mento alla denuncia di estorsione contro una persona che. a suo dire, sta solo gestendo un servìzio di condivisione file. Per quanto lo riguarda, risulta poco convincente l’imputazione di frode, basata unicamente sul fatto che l’imputato avrebbe soltanto rimosso i link ai file incriminati invece di cancellarli definitivamente. Woz critica inolia- la decisione degli Stati Uniti di concedergli di prelevare dai suoi tondi congelati il denaro necessario alla sola sopravvivenza, impedendogli di affrontare le S|x-se legali e di conseguenza di tendere i suoi diritti: una decisione che ritiene despotica. Sempre nell’intervista a CNET. Woz afferma di utilizzale iDisk e Drojibox per condividere file con gli amici, archivi che potrebbero comprendere anche materiale coperto dal diritto d’autore. Ribadisce inoltre che vi sono numerosi utilizzi legali della condivisione di hle in Rete. Sebbene- Wozniak ammetta che violare il copyright sia sbagliato, giudica il comportamento degli USA lesivo per il rodilo dell era digitale. Il caso Megaupload, in questo senso, gli riporta alla mente quello di iTunes, la cui realizzazione fu a lungo ostacolata dalle case discografiche. I RETROSCENA DELL’INCONTRO In un’altra intervista telefonica alla Associated Press, Wozniak racconta dell’incontro con Dotcom. Il cofondatore Apple si trovava in Nuova Zelanda |x*r un congresso, quando ha saputo che Dotcom non avrebbe partecipato in quanto agli arresti domiciliari. Per questa ragione ha deciso di largii visita. Nell’intervista, Wozniak ribadisce le sue posizioni nei confronti di Dotcom e della condivisione dei file. Riguardo quest’ultima, afferma che gli utenti devono pagare per i contenuti protetti da diritto di autore, ma chi persegue questo obiettivo deve tarlo senza mettere a repentaglio la libertà della Rete: la chiusura dei cyberlocker è un’azione inefficace contro la pirateria e penalizza gli utenti die tanno un uso legale del servizio. Wozniak conclude che se vi fossero prove inconfutabili su Kim Dotcom, non avrebbe problemi a schierarsi contro di lui. L’ANTMTUNES: LA RIVINCITA DI DOTCOM Su Twicter, Dotcom diffonde l’immagine del progetto che stava sviluppando prima del sequestro della società: Megabox, una piattaforma di hosting che offrirà la musica prtxiotta dagli artisti che vi parteciperanno (a quanto sembra sono già numerosi). Un servizio che ha il sapore della vendetta, ancor più se si rivelassero fondate le voci che l’azione legale contro Megaupload è stata suggerita dalle major infastidite dall’arrivo d Megabox…

MEGABOX E MEGAUPLOAD: DOTCOM SBANDIERA TUTTO SU TWITTER! Già un mese prima dell’arrestato, Dotcom aveva annunciato di essere al lavoro su una nuova piattaforma musicale chiamata Megabox Caratteristica del servizio è la possibilità per i musicisti di vendere le proprie canzoni direttamente ai consumatori, trattenendo il 90% dei ricavi. Una percentuale altissima che aveva fano dubitare circa la sua possibile realizzazione: Dotcom doveva trattare direttamente con loro, scavallando le major. A suo tempo, pare fosse riuscito già a convincere nomi del calibro di Alicia Keys, Snoop Dogg, William, Kanye West, Lil Wayne, Chris Brown, Kim Kardashian e Kanye West, alcuni dei quali hanno partecipato anche a un video promozionale. In questo settore, però, non basta distribuire solo qualche artista: è necessario possedere un archivio musicale estremamente esteso. A questo scopo, Dotcom avrebbe cercato di stipulare accordi con Amazon, 7digital, Rovi e Gracenote, ma è improbabile che abbiano accettato. Ottenuta la libertà condizionale e la possibilità di usare Internet, Dotcom è tornato a parlare del progetto promettendo grandi novità per il 2012. Tramite Twitter ha mostrato l’immagine del portale aggiungendo che. al contrario di quello che pensano i discografici, Megabox non è morto: lo stile ricorda quelb di altri servizi musicali, offrendo un lettore integrato, una lista di favoriti e un carrello per gli acquisti; da quel po’che è trapelato, la presenza di quest’ultimo lascerebbe intuire a un sito di vendita di brani sullo stile di iTunes… Sempre tramite Twitter, Dotcom ha di recente rilasciato un’altra dichiarazione bomba: SOPA è defuma. La PIPA è morta. AGA pure. MEGA ritornerò. Ancora più grande. Migliore. Più veloce Libero da costi e protetto dagli attacchi. Evoluzione! ». Che per ‘MEGA intenda anche Megaupload? Si tratta di ipotesi, per la cui conferma non ci rimane che attendere nuovi’cinguettìi.

 

GROOVESHARK: IL PARADISO DELLA MUSICA C’È GIÀ! Grooveshark (http//grooveshark.com) nasce nel marzo del 2006, da tre studenti dell’Università della Florida capitanati da Sam Tarantino (CEO della società). Il sito, che consente di ascoltare in streaming una vasta libreria musicale senza spendere un centesimo, ha generato molti dubbi sulla sua legalità. Tarantino si difende affermando che il sito segue le regole del DMCA {vvww.grooveshark.com/dmcal ma per capirne di più abbiamo chiesto il parere di Guido Scorza, che ci ha così risposto: <<Sorro la lente dell’avvocato, Grooveshark si presenta come una sorta di piccolo You- Tube della musica, attraverso il quale i contenuti non si guardanomasiascdtano.AncheGrooveSharlcdunque, è (o almeno si presenta) come un fornitore di servizi informatici, un hosting provider che mette a disposizione del pubblico una piattaforma per pubblicare contenuti dei quali si ha interesse a che altri ne usufruiscano Le regole a proposito di chi eroga questo genere di servizi sono sostanzialmente le stesse Chi si limita ad ospitare online un contenuto da alni caricato non ne è responsabile (neppure sotto il profilo dell’eventuale violazione del diritto d’autore) a condizione che provveda a rimuoverlo in caso di richiesta da parte del titolare dei diritti. GrooveShark afferma di rispettare il DMCA (Digital Millenium Copyright Act) la legge che, negliUSA, disciplina, tra l’altro, la responsabilità degli Internet Service Provider. In conformità a quanto disposto dal DMCA, infatti, avrebbero già rimosso quasi 2 milioni di file e sospeso gli account di oltre 22 mila utenti ‘pirati”, rei di aver caricato online materiale protetto da diritto d’autore Sembra, dunque, che nella tana deb squalo” la legge venga aspettata sino in fondo e che, pertanto, chi naviga su GroveShark non corra alcun rischio». Quel che viene da chiedersi ora è: “se Megabox di Dotcom offrirà musica a pagamento in stile iTunes, con un concorrente “legale” come Grooveshark si rivelerà un ffop? Staremo a vedere.