Dopo mesi di lunga attesa a metà aprile i vari operatori e produttori di smartphone hanno iniziato a distribuire l’aggiornamento per il nuovo sistema operativo Android 4 (nome in codice Ice Cream Sandwich/ICS). Il principale fruitore era uno dei cellulari più venduti, il Samsung Galaxy S2. Dopo la prima installazione le impressioni dal laboratorio di CHIP erano varie: da un lato, rispetto alla “vecchia” versione Android
2.3.4 (Gingerbread), il Galaxy S2 risultava più completo, soprattutto nella navigazione con il browser integrato. Dall’altro, il test effettuato subito dopo l’aggiornamento ha rilevato una drastica riduzione della durata della batteria. Il fatto che immediatamente dopo l’aggiornamento il cellulare dovesse eseguire una pesante procedura di ottimizzazione era in qualche modo confermato anche dalla temperatura del dispositivo, che era sensibilmente più caldo rispetto a prima. Di fronte a questo problema i lettori di CHIP si sentivano impotenti. Presto si capì che erano molti i processi non ancora ottimizzati per ICS, avviati con l’aggiornamento, ai quali era imputabile l’aumento del consumo del cellulare. L’esperienza insegna che prima dell’aggiornamento ad Android 4 è bene fare un backup dei dati e ripristinare le impostazioni di fabbrica sullo smartphone o sul tablet, e soltanto dopo avviare l’aggiornamento. Così facendo è stato possibile limitare il processo di ottimizzazione e ridurre il sovraccarico di lavoro iniziale sopra descritto. L’interfaccia non è cambiata Presto però si è fatta strada qualche perplessità per quanto riguarda l’aspetto grafico: Samsung, per esempio, ha adattato ad Android 4 la visione delle apps in esecuzione tramite miniature delle schermate, alle quali si accede tenendo premuto a lungo il tasto Home. Per il resto l’interfaccia TouchWiz di Samsung non è cambiata affatto: non c’era niente del nuovo look di Android 4 che avevamo provato sullo smartphone di riferimento Galaxy Nexus di Google. Inoltre, alcune apps programmate per Android 2 davano dei pro blemi su Android 4: per esempio abbiamo avuto qualche difficoltà con l’app per la mail TouchDown. Cellulari: più velocità, meno durata della batteria I test condotti in condizioni di laboratorio (sempre con le impostazioni di fabbrica) hanno dato risultati differenti: prima dell’aggiornamento, il Galaxy S2 registrava una durata di 6:25 ore nella navigazione web, con Ice Cream Sandwich sempre solo 5:56 ore. Il valore è sicuramente peggiorato, ma non così tanto quanto si temeva perché il browser integrato in realtà è sensibilmente più veloce: le misurazioni di BrowserMark fanno registrare valori di velocità due volte superiori. L’aggiornamento dell’Htc Sensation XE dà risultati simili: le prestazioni nel browsing sono aumentate, anche se non così drasticamente come per il Galaxy S2. Anche in questo caso bisogna fare i conti con mezz’ora circa in meno di durata della batteria. Anche Htc ha adattato il nuovo Android 4 alla sua interfaccia Sense, quindi per capire se si tratta di Android 2 o Android 4 bisogna verificarlo nelle impostazioni di sistema. Tablet: stessa velocità, maggiore durata della batteria Molto diversi, invece, sono i risultati ottenuti con i benchmark di CHIP sui primi tablet dotati di Android 4. Sia il lussuoso Asus Transformer Prime sia l’economico Archos 80 G9 mostrano in termini di performance risultati pressoché invariati. Questo si spiega perché il salto di qualità tra le diverse versioni Android non è particolarmente marcato: la maggior parte dei tablet Android 4 compatibili è stata commercializzata con Android 3 (Honeycomb), più evoluto della versione 2.x presente negli smartphone. In termini di autonomia, invece, sul Transformer Prime non è cambiato niente; l’Archos 80 G9, invece, guadagna 100 minuti di durata. Il trucco sta nel fatto che sull’Archos sono stati risparmiati adattamenti vari, e Android 4 è stato installato allo stato “puro”, secondo noi la soluzione tecnica ottimale.