John of Utynam ebbe un’idea così geniale che il sovrano inglese decise di concedergli il monopolio. Il vetraio fiammingo sviluppò un processo di produzione per le finestre delle chiese dell’università di Eton, per il quale Enrico VI gli accordò nel 1449 il monopolio. In compenso John poteva trasmettere le sue conoscenze agli inglesi di nascita. Per vent’anni avrebbe conservato un privilegio considerato il primo brevetto moderno. È evidente dunque che John of Utynam ha introdotto una novità: il presupposto per la concessione del brevetto, valida anche per le centinaia di migliaia attualmente in vigore in Italia. Circa 500 anni dopo Utynam, inizia l’ascesa del computer che solleva la domanda: un software è brevettabile? Oggi però ancora non esiste una risposta. Negli Stati Uniti il 26 maggio 1981 è una data importante perché è il giorno in cui all’avvocato americano Satya Pal Asija fu riconosciuto il brevetto per il software Swift Answer che aveva già scritto nel 1969. Il programmatore divenne avvocato perché inizialmente non riusciva a ottenere il brevetto. Il numero 4270182 identifica il primo brevetto specifico per software concesso negli Stati Uniti. La prima protezione al mondo di questo tipo, tuttavia, fu emessa dalla Gran Bretagna nel 1966. I brevetti inutili rallentano l’economia Il Paese per eccellenza delle guerre brevettuali sono gli Stati Uniti in cui, a partire dagli anni Settanta, c’è stata una serie di processi, di sentenze e di ripensamenti. Come in Europa anche negli Usa era ed è una questione di copyright perché è l’unico sistema che permette di proteggere i software. Da un lato le grandi aziende operanti nel settore vorrebbero tutelare i programmi con un brevetto sempre più esteso, dall’altro la complicata storia delle sentenze non ha mai permesso di fare chiarezza sulla situazione negli Stati Uniti. Infine la Corte Suprema concede i brevetti sui software ma senza specificare quali siano i presupposti necessari per il conferimento. Altrettanto confusa è la situazione in Italia e in Europa. Secondo la Convenzione Europea sui brevetti degli anni Settanta, i programmi per elaboratore sono stati esclusi “in quanto tali” dalla tutela brevettuale. Cosa vuol dire “in quanto tali”? L’Epo ha deciso nel 1998 che il software è brevettabile se comporta un “ulteriore effetto tecnico” che vada al di là della semplice esecuzione sul computer. Il Parlamento Europeo nel 2005 ha respinto il tentativo di applicare regole più chiare. La direttiva, contestavano all’epoca gli oppositori, avrebbe autorizzato brevetti su software puri. Di fatto gli uffici brevettuali negli Stati Uniti e in Europa rilasciano brevetti sui software, di cui ben 65.000 sono stati concessi dall’Epo.