Un rivoluzionario software guida il chirurgo oculista. Un mirino virtuale allinea perfettamente cornea, pupilla e la lente intraoculare che va a sostituire il «vecchio» cristallino asportato. L’operazione alla cataratta cambia. Diventa da Terzo millennio. E gli italiani sono in prima fila. L’errore umano diventa impossibile. A vantaggio dell’ex malato gratificato alla fine da una super vista (mai avuta prima) grazie alle lenti intraoculari di ultima generazione. Due le novità. Un mirino e un laser. Il mirino sarà presentato oggi a Roma (Ergife Palace Hotel) durante il Joint international congress Refr@ctive.online and Sicsso (Società italiana di cellule staminali e superficie oculare). Presidente Sicsso è Vincenzo Sarnicola, primario a Grosseto, tra i «guru» dei trapianti di cornea e nello studio delle staminali. La seconda novità, il laser a femtosecondi: pioniere Lucio Buratto, oculista tra i più attivi nell’innovazione. Dalla cataratta alla supervista. La progressiva opacizzazione del cristallino, ossia la lente naturale dell’occhio, porta alla cataratta: un velo opaco che spegne la luce. Malattia in crescita per l’invecchiamento della popolazione, per la maggiore diffusione del diabete. Ma anche perché conseguenza di eventi traumatici. Oltre i 65 anni uno su due sviluppa una cataratta. Dai 75 in poi il 90%. Ogni anno, in Italia, 500 mila operazioni. L’Humanitas di Rozzano sarà il primo ospedale a disporre, dal prossimo autunno, del «mirino». «Ricorda i caschi dei piloti dei jet militari in cui le informazioni elettroniche si sovrappongono alle immagini reali —spiega Paolo Vinciguerra, responsabile di Oculistica e ideatore del Joint international congress Refr@ctive.online —. Mai è stato possibile un’analisi così precisa dell’allineamento ottico durante l’intervento: cornea, pupilla e lente intraoculare devono infatti essere perfettamente allineate su 6 piani. E, mentre esegue l’intervento al microscopio, il chirurgo può vedere sovrapposta, perché proiettata all’interno della propria retina, un’immagine che lo guida nel posizionare la lente all’interno dell’occhio del paziente». Precisione in 6D. Ma c’è anche il laser per la cataratta. Il laser a femtosecondi è l’ultima generazione. Il primo in Europa occidentale è quello del Centro Ambrosiano Oftalmico di Milano. Approvato dal massimo organo di controllo americano sulla salute (Fda) ed ha il marchio Ce. Da settembre 2011 ne sono operativi una cinquantina nel mondo. Spiega Buratto: «Da 20 anni la tecnica più utilizzata e che fornisce i migliori risultati per l’intervento di cataratta utilizza le vibrazioni degli ultrasuoni che frammentano la parte più densa del cristallino opaco (facoemulsificazione). Oggi c’è il laser». Dagli ultrasuoni all’ultra-luce: impulsi della durata del miliardesimo di secondo consentono il taglio necessario per accedere al cristallino e quindi incidere l’involucro della cataratta. Nanotecnologie che agiscono in miliardesimi di secondo. Guidate da un «navigatore» (tomografia a coerenza ottica) per un controllo in tempo reale dell’azione del laser. Il risultato? Massima precisione d’intervento, massima sicurezza, decorsi operatori e post semplificati, guarigione più veloce, migliore recupero funzionale dell’occhio operato.