Ricomincia da Oriente l’avventura della Saab. Ieri il gruppo d’investimento sino- giapponese Nevs (National Electric Vehicle Sweden) ha acquisito i beni sotto sequestro della casa automobilistica svedese Saab, dichiarata fallita a dicembre dello scorso anno. E punta a costruire nello stabilimento di Trollhättan vetture elettriche. «Nevs e gli amministratori di Saab Automobiles hanno concluso un accordo sull’acquisto della maggioranza delle attività di Saab Automobile AB, Saab Automobile Powertrain AB e Saab Automobile Tools AB», hanno dichiarato, con un comunicato congiunto, gli amministratori della casa svedese e i rappresentanti di Nevs, in cui non si precisano però nè l’ammontare della transazione, nè gli investimenti. Unica puntualizzazione, da parte dell’amministratore della Saab: «La compagnia avvierà le operazioni nell’impianto di Trollhättan, dove tutto lo sviluppo e la produzione saranno orientati sulle vetture elettriche ». Secondo il quotidiano finanziario svedese Dagens Industri, l’offerta del gruppo Nevs per acquisire la Saab, ad esclusione della divisione ricambi, sarebbe di circa 1,8 miliardi di corone svedesi (intorno ai 203 milioni di euro). Il consorzio Nevs, che raggruppa investitori cinesi e giapponesi, è stato costituito in Svezia lo scorso aprile proprio con lo scopo di acquisire la Saab, ha sede a Hong Kong, e ha come presidente Karl-Erling Trogen, in precedenza top manager alla Volvo Trucks. È controllato al 51% dalla National Modern Energy Holdings di Hong Kong (che opera nel ramo delle energie alternative e risulta di proprietà dell’imprenditore cinese Kai Johan Jiang, ex senior adviser della Volvo Trucks), e al 49% dalla giapponese Sun Investment, anch’essa attiva nel settore energetico. La Saab era stata dichiarata in bancarotta lo scorso dicembre, dopo che le trattative avviate dal proprietario Spyker Cars con alcuni potenziali acquirenti cinesi, tra cui Zhejiang Youngman Lotus Automobile, erano naufragate a causa dell’opposizione di General Motors (che aveva assunto il controllo della casa svedese nel 1990). Il costruttore Usa, anche se ormai ex proprietario della Saab, aveva però ancora la possibilità di esprimersi sul futuro della casa di Trollhättan per salvaguardare i legami tecnologici che legano le due società. La cinese Youngman, che a ottobre era già stata data dalla stampa svedese come acquirente di Saab avendo annunciato la sigla di un protocollo d’intesa in tal senso, non si dava comunque per rassegnata. E nei mesi scorsi aveva messo sul piatto un’offerta di 4,4 miliardi di corone (pari a circa 497 milioni di euro).