Lo sbarco dei giganti è completo. Dopo Apple e Amazon, da ieri anche Google vende in Italia i libri digitali. Un arrivo, quello del numero uno dei motori di ricerca, destinato a influenzare gli sviluppi dell’ancora piccolo— ma in crescita esponenziale — mercato digitale del nostro Paese (attorno all’1 per cento almomento, la fetta degli ebook nel giro d’affari complessivo dei libri). In Italia—prima nazione non di lingua inglese —Google arriva dopo le analoghe esperienze negli Stati Uniti, in Canada, nel Regno Unito e in Australia, dove gli store sono stati aperti a partire dal dicembre 2010. Dal punto di vista pratico, gli ebook targatiMountain View, si possono acquistare sul sito di Google Play, la piattaforma di intrattenimento del gruppo, oppure dall’omonimo negozio disponibile sui dispositivi con sistema operativo Android. Quanto ai titoli, «sono oltre due milioni nelle varie lingue, di cui migliaia in italiano grazie agli accordi con decine di editori» spiega nella conferenza stampa di presentazione aMilano Chiara De Servi, Strategic partner manager di Google per l’Italia. Il gruppo di Mountain View non dice di più sui numeri ma già da soli, Mondadori, Rcs Libri e Gems — che partecipano al progetto — annunciano di mettere a disposizione un pacchetto di quasi 7 mila titoli. Nessun dettaglio neppure sulla divisione dei guadagni né sugli accordi con gli editori per stabilire il prezzo finale dell’ebook. «Informazioni riservate», dice Google. Innovativo il sistema di fruizione, ispirato al motto «Compra ovunque, leggi ovunque». Il gruppo fondato da Larry Page e Sergey Brin, infatti, non sceglie di associare le vendite di ebook a un proprio dispositivo (come Amazon con il Kindle o Apple con l’iPad) ma punta sul cloud computing. «Gli ebook risiedono nella nuvola» dice la manager De Servi. Vale a dire: non serve scaricare l’ebook ma è possibile leggerlo direttamente dal browser web o dalle applicazioni e, una volta acquistato, il libro è disponibile su tutti i dispositivi connessi a Internet, dal pc agli smartphone, ai tablet, agli ereader (eccetto per ora il Kindle). Tutti sincronizzabili, tanto che se si interrompe la lettura su uno dei supporti, si può ricominciare su un altro dallo stesso punto in cui ci si era interrotti. Tutti gli ebook comprati rimangono infine nei server Google, che diventano una sorta di biblioteca virtuale cui si può accedere in ogni momento dal proprio account (lo stesso della posta Gmail). Un sistema che elimina anche la necessità del Drm, ovvero la tecnologia antipirateria usata dai grandi editori italiani. Per chi non può connettersi, precisa comunque Google, è possibile sia leggere offline sia scaricare il libro. «Siamo contenti di esserci» commentano gli editori alla presentazione dello store. «Daremo sicuramente nuovo vigore al mercato digitale» dice Riccardo Cavallero, direttore generale Libri Trade Mondadori. «L’anticipo rispetto a Francia e Germania è un riconoscimento del nostro impegno per la lettura di qualità anche in digitale» aggiunge Alessandro Bompieri, amministratore delegato di Rcs Libri. Per i due gruppi editoriali lo sbarco su Google Play rappresenta anche un’opportunità per nuove iniziative: Mondadori annuncia che nelle prossime settimane saranno disponibili in versione elettronica nuove parti del suo catalogo; Rcs Libri — primo al mondo a farlo — lancia l’ebook-raccolta dei bestseller del Ciclo dell’Eredità di Christopher Paolini (prezzo di lancio: 35,99 euro). «Ben venga un player mondiale che promette di innovare e aumentare il livello della competizione » aggiunge il presidente di Gems, Stefano Mauri. A spaventarsi potrebbero essere piuttosto i rivenditori, minacciati dalla concorrenza di un nuovo soggetto internazionale che, in questo caso, detiene anche il primato nelle ricerche online. «Meglio tre giganti che uno solo» commenta riferendosi a Apple, Amazon e Google, lo studioso Gino Roncaglia, autore de La Quarta Rivoluzione. Sei lezioni sul futuro del libro. Che però avverte: «Bisognerà comunque fare attenzione e verificare se, tra qualche tempo, saranno necessarie correzioni esterne, come norme antitrust». Si dice fiducioso, invece, sulle capacità degli store più piccoli di tenere il passo: «È vero, sono a rischio, ma possono sopravvivere puntando sulle idee e l’innovazione ». Ne è convinto Marco Ferrario, fondatore di BookRepublic, uno dei gruppi indipendenti più attivi nell’editoria digitale italiana. «Il nostro valore aggiunto è di essere un sistema — spiega —: non siamo solo un punto vendita online ma una community e una piattaforma che offre servizi, qualità e percorsi di lettura». «Da qui ai prossimi 4-5 anni l’arrivo di un grande gruppo non può che far crescere il mercato. E questo fa bene a tutti» dice Antonio Tombolini, amministratore delegato di Simplicissimus. E dopo? Specializzazione, la ricetta. Con tanto di progetto: «Fra qualche anno, ad esempio — illustra Tombolini —, da store centralizzato la nostra libreria Ultima Books potrebbe trasformarsi in piccoli punti vendita su singoli temi, da associarsi a siti Internet dedicati a specifici settori o argomenti ».