Secondo il rapporto dell’Istat pubblicato nel 2011, sulla base delle rilevazioni compiute nel 2009, il numero dei matrimoni in Italia, nell’ultimo decennio, si è ridotto di un quinto, mentre le separazioni sono aumentate di circa due terzi e i divorzi sono raddoppiati. Nell’area Nord-Ovest si rileva una separazione ogni tre matrimoni, mentre nel Meridione vi è una separazione ogni cinque matrimoni. La durata media dei matrimoni va dai quindici ai diciotto anni. L’età media della donna è di 41 anni al momento della separazione e di 43 al momento del divorzio; per l’uomo invece l’età media risulta essere tra i 45 e i 47 anni. Si è rilevata una riduzione delle separazioni sotto ai 30 anni, dovuta anche all’innalzamento dell’età in cui ci si sposa. Sono in aumento anche le separazioni con almeno un coniuge di età superiore ai 60 anni. Otto separazioni su dieci sono consensuali La procedura maggiormente utilizzata è quella consensuale, infatti otto separazioni SU dieci e sette divorzi su dieci sono consensuali. Mentre nell’area meridionale si rileva un ricorso maggiore a procedure giudiziali rispetto al resto della penisola. Al secondo posto tra le cause di rottura dei matrimoni, dopo la routine, si colloca il tradimento. Secondo una ricerca, infatti, nel 60/70% delle coppie almeno uno dei due ha una relazione extra coniugale. Oggi le nuove tecnologie hanno cambiato il modo tradirsi. Nel 50% dei casi, infatti, le infedeltà vengono scoperte attraverso i cellulari, nel 20% attraverso la posta elettronica e nel restante 30% attraverso registrazioni di telefonate, cimici, investigazioni private, o lettere anonime. I social network, oggi, sono tra le cause principali di separazioni e divorzi. Secondo una ricerca condotta dal sito Divorce Online, un divorzio su tre è dovuto al social network di Mark Zuckerberg, un dato in assoluto aumento rispetto al 2009 in cui si parlava di un divorzio su cinque. Le altre piattaforme, come Twitter, hanno un rilievo nettamente inferiore. È facile cadere in tentazione Su un campione di intervistati di cinque mila persone che avevano appena chiesto il divorzio, emerge che nel 33% dei casi viene citato Facebook e nello 0,5% Twitter. Gli autori della ricerca spiegano infatti che Facebook è diventato il mezzo primario della comunicazione, è il mezzo con il quale più facilmente si possono instaurare delle relazioni ed è pericoloso perchè è facile cadere in tentazioni e lasciarsi andare in tradimenti che sempre più spesso vengono scoperti dal partner. Si inizia con un “mi piace”, un commento innocente, per poi passare a messaggi con toni ammiccanti e all’invio di fotografìe più o meno spinte. La ricerca in esame è stata condotta nel Regno Unito ma anche in Italia Facebcx)k comincia ad essere sempre più causa di rotture di relazioni e matrimoni. Nel nostro Paese infatti, almeno il 20% delle crisi coniugali che arrivano in Tribunale sono causate da Facebook (80% del totale) e da Twitter (20% del totale). Si instaurano storie parallele Si tratta di un fenomeno denunciato lo scorso anno dall’Associazione dei Matrimonialisti degli USA e confemiato dallAssociazione Matrimonialisti Italiani. Le infedeltà riguardano coppie di ogni età, anche quelle sposate da trent’anni. Facebook è virtuale solo all’inizio del rapporto, in seguito crea incontri reali e dà luogo a rapporti concreti. Secondo i dati del Centro Studi dell’Ami, nel 70% si tratta di scappatelle e nel restante 30%, invece, si instaurano vere e proprie storie, che diventano parallele rispetto ai rapporti ufficiali. Facebcx>k si inserisce negli affari di cuore anche in veste di pura statistica, dopo avere cercato di rendessi utile permettendo agli utenti di rimuovere le foto degli ex dal Fotoricordo. Analizzando oltre 10.000 profili e i relativi status, infatti, il giornalista e grafico inglese David McCandless è pervenuto a conclusioni che potrebbero mettere a repentaglio il lavoro di maghe e veggenti: le due settimane prima di Natale e l’inizio della primavera rappresentano i periodi in cui la maggior parte delle coppie si separa, prediligendo come giorno il lunedì. Un dato importante, inoltre, è che gli Italiani non si fanno scrupoli a “spiare” il proprio partner. Sta prendendo piede sempre di più il commercio di software per scoprire le password che consentono di entrare nei entrare nei profili di Facebook e Twitter del coniuge.