Un video brutale, quello dell’attesissimo Grand Theft Auto V: un minuto e mezzo che ti entra nel cuore, gonfia il nostro io di entropiche emozioni e allarga i confini dell’esperienza sandbox finora conosciuta ai più… C’è speranza, in questo teaser trailer: perché Rockstar ha fatto ben più che lasciare il proprio e inconfondibile segno sull’intera industria del videogioco. Di fatto, ha cambiato i suoi stessi usi e consumi, le diottrie millenarie, gli stilemi consolidati di un gameplay forse oramai giunto al punto di saturazione. GTA, l’acronimo affettuoso col quale noi tutti finiamo per usare (volenti o nolenti), ha da sempre offerto più chiavi di lettura e spunti di riflessioni, tanto sul crollo delle borse americane che sulla conseguente e malsana recessione che ha afflitto e continua ad affliggere la società americana (nonché quella europea: basti pensare alle origini stesse del carismatico Bellic…), offrendo uno sporco riflesso della realtà contemporanea al momento del lancio, uno spaccato privo di t u t t i gli empirici filtri che attanagliano gli altri medium. L’epopea di Rockstar North va ben oltre i limiti canonici dell’intrattenimento elettronico moderno e passato, e mentre le istantanee di questo mondo corrono rapide e fugaci sugli schermi, con persone normali che vanno a fare escursioni, raccolgono il grano o fanno shopping, una voce roca in sottofondo ci dice di essersi trasferito per cambiare vita: essere padre, sistemarsi, andare in pensione… “Ma sapete come va”, allude poi sopraffatto, mentre le turbolenti sequenze di una rapina in banca enfatizzano la sua rassegnazione. E che sia quindi un Tom Vercetti a Los Santos, poco importa: “come va a finire”, lo ricordiamo troppo bene. E non vediamo l’ora… (Revolver)